Partiti di buon’ora (ehm… le 11) si andava verso la
sospirata meta che distava non più di 5-6 km dal palazzetto dell’università. La prima
impressione del posto era più o meno quella di una ghost-town stile Tex Willer,
in pratica Topioca doveva essere una specie di Salsomaggiore Terme della bassa,
ai suoi tempi assai gettonata ma ora satura di case sfitte ed hotel, anche
maestosi, in completo disuso. Dopo essere riusciti perfino a parcheggiare in
zona parchimetro spendendo di più che nel parcheggio custodito più vicino al
centro (ma Carletto aveva già preso una multa per divieto di sosta da ben 8
euro e non voleva bissare anche se probabilmente costava meno del parchimetro
comunque utile per far fuori la moneta) ci si avventurava in esplorazione.
Esplorazione che non poteva certo esimersi dalla parte prettamente culinaria, e
per la nostra gioia ecco subito materializzarsi una serie di ristoranti
all’aperto. Il buon Ambros a cui si può far di tutto tranne che lasciarlo a
digiuno vista l’ora si fiondava sulle panche all’aperto, dove, con grande
anticipo e senso tattico si era già accomodata la famiglia Cordola che aveva
preso alloggio proprio a Topolca.
Ovviamente ci si accomoda e si parla del più e del meno, del
basket piemontese, dell’Italia, di Carmagnola e del prossimo passaggio della
figlia al Moncalieri mentre il buon Ambros studia meticolosamente il menù per
approdare al fine al pollo fritto con le patatine. Siccome il cinema per ordinare
il tutto ci è piaciuto cosa di meglio che lanciarsi nel classico palaschinta
pezzo forte (come dolce) della cucina ungherese. In questa strana sfoglia i
villici mettono di tutto, dalla nutella alla marmellata al cacao al
peperoncino, per non rischiare la vita andiamo sulla nutella.
Conclusa la pratica cibo e congedati i Cornola eccoci andare
alla scoperta dell’ameno luogo mentre sempre più villici sembravano riempire
l’area. Inoltrandosi nel parco in effetti si trovano cose carine, molto verde,
canali navigabili con strane barchette e pedalò, laghetti artificiali con
cigni, papere, anatre, bisce d’acqua e pesci variegati di taglie diverse. Il
posto pare un parco di Monza in evoluzione ed in effetti è gradevole, le
attrazioni arrivano a seguire sotto forma di acque termali e di piscine anche
abbastanza ben tenute. Ma la cosa più bella è la pista di bob, in pratica si
salta su delle vetturette a cremagliera, si sale verso una collinetta e poi si
viene sparati giù dal versante per tornare al punto di partenza beccandosi la
foto più o meno terrorizzata all’arrivo. L’omino che strappava i bglietti con
una flemma olimpica denotava tutto lo stress dellla sua professione, in pratica
ci ha confessato di essere in analisi…
Visitato il parco cosa di meglio di una pennica e di andare
a rompere i maroni ad un cigno inopinatamente in giro a cavoli suoi per il
parco
prima di spararsi un gelatino e… fuggire per la pioggia che cominciava a
scendere consigliando il ritorno alla base. Detto fatto e si tornava a Miskolc
City per la cena serale al Dolce vita ormai eletto unico posto per evitare
avvelenamenti. Il dopo cena tentavo di sfruttarla per esplorare nuovi lidi
spingendomi a Est e girovagando per la stazione dei bus (ogni città ungherese
ne ha una con un viavai estremo) ma anche stavolta un buco nell’acqua anche se
trovavo ben due night club: uno chiuso da anni e l’altro nella via parallela al
mio Panzio ma pure questo chiuso verso la mezzanotte e, a meno che aprisse alle
9 di mattina, pareva fuori uso anche quello. Na' tragedia… anche perché il
settimo piano di Poprad aveva funzionato benissimo da portafortuna.
Morale non c’era trippa per gatti e ci si poteva solo
preparare per l’inizio della settimana decisiva con l’aggravante che le nostre,
pur perdendo con l’Olanda, si erano classificate prime nel girone guadagnandosi
il diritto di giocare sempre l’ultima gara della giornata alle 20.30, tra
l’altro due volte all’università ed una alle Generali. La cosa ci preannunciava
altri digiuni notturni…
Il pranzo del lunedì prevedeva grandi magazzini, più per le
gnocche che per il cibo, tra l’altro era presente all’interno anche un cinema
multisala ed un sexy shop (tristissimo…) ma le commesse erano altresì
gradevoli, una poi usava mettere la sua quarta abbondante in una terza scarsa
di reggiseno facendo sognare il mondo. Esaurito il trancio di pizza ed il caffè
era già tempo di Generali Arena, noi si giocava all’università in serata ma
piuttosto che sorbirci le due partite di poule salvezza (Turchia-Germania e
Inghilterra-Serbia) avremmo fatto di tutto…
Si partiva con Cekia-Olanda del nostro girone. Le orange nel
frattempo oltre ad un’acciaccata pensavano bene di spedire anche Hof a casa per
aggregarsi alle U18, la Cekia ringrazia e porta a casa due punti abbastanza
agevoli, così come a seguire l’Ungheria
nell’altro girone opposta d una Grecia piuttosto inquietante. A questo punto ci
si sposta all’università dove va in onda Spagna-Francia che ci riguarda
particolarmente e lasciamo al loro destino Slovacchia-Belgio (facile per le belghe)
e Svezia-Russia (ragazze sovietiche sul velluto).
Le francesi sole al comando della classifica a quota 4
partono benissimo costringendo subito
la solita imprecisa ed affannata Spagna (che va sotto di 10) ad inseguire. Il
primo quarto vede Limmousin e compagne avanti 17 a 12 ma il diesel spagnolo
sembra accendersi tanto che dai e dai il secondo quarto viene giocato ad un
buon livello dalle iberiche che tirano sempre tantissimo ma ci azzeccano quasi
mai. Ovviamente le francesi fan peggio con soli 4 punti nel secondo quarto (a
17) e si ritrovano sotto 29 a
21. Le Galloppier si adombra un attimo nell’intervallo e le sue ritrovano un po'
di verve, le solite lunghissime nere francesi sono atleticamente uno spettacolo
ma non segnano nemmeno se minacciate di morte, le spagnole ripiombano nel limbo
cosicchè un parziale di terzo periodo di 17 a 11 per le francesi rimette le cose a
posto. Non c’è che dire, partita decisamente ondivaga per la gioia delle mie
amiche tifose francesi della famiglia Combes.
La Francia gioca egregiamente
gran parte dell’ultimo quarto salvo poi intalparsi miseramente nel finale e regalare il match alle iberiche che
nonostante l’ 1 su 11 di Flores, lo 0 su 5 di Capella ed il 6 su 18 di
Salvadores (de la patria) e con un totale di squadra di 20 su 68 riescono a spuntara 55 a 49 e ad agganciare le
blues a quota 4.
A quattro anche la cekia ed ora toccava a noi, perdere con
la Croazia non sarebbe stato certo il massimo e rischiava di compromettere la
nostra classifica. Probabilmente le nostre dovevano scrollarsi di dosso qualche
tossina olandese partendo malissimo fino ad essere sotto di 10 e a chiudere il
primo quarto sotto 17 a
11. Le croate, ottime tiratrici sfruttano la vena di Bozic e ci castigano da
fuori ma pian piano riprendiamo in mano il pallino del gioco sfruttando le
nostre armi migliori (difesa e recuperi). Già nel secondo quarto Zandalasini
(anche se chiuderà con un 8 su 26 non certo eclatante) e Vitari ci tirano su il
morale riportandoci a contatto ed al sorpasso dell’intervallo: 32 a 28.
Il capolavoro lo facciamo però nel terzo quarto dove
Vespignani ci trascina ad un 12
a 0 iniziale rubando palloni e trasformando contropiedi.
La Croazia è annichilita e non trova un canestro su azione in tutto il quarto
(solo 4 liberi) oltre a concedere rimbalzi offensivi alle varie Cordola, Vitara
e Zandalasini. In pratica giochiamo quasi sempre nella metà campo avversaria.
La nostra panca fa ruotare tutte le giocatrici che rendono al massimo, torna
abile ed arruolata Cabrini e si vede anche Lorenzin sulla via del recupero. Il 15 a 4 del periodo chiude i
conti prima del pleonastico pareggio dell’ultimo quarto. Finisce 61 a 46 e siamo tutti insieme
appassionatamente a quota quattro in classifica. Una super Vespignani chiude
con 7 su 9 dal campo con 16 punti come Zandalasini ma la risposta della squadra
va ben oltre la prestazione dei singoli, come del resto il Bobby Richards ci ha
abituato in quel di Vittuone.
Paghi della vittoria resta da espletare la pratica cibo e
qui per l’A&C succede quanto non si sarebbero mai aspettati: dalla
disperazione si prova il Mc Donald, unica cosa aperta dopo le 22 e 30 ma fino
alle 23 pena finire al Mc Drive. Ebbene si è stato il rifugio peccatorum e la
nostra salvezza, Un paio di robacce ed i morsi della fame si attenuavano, il
povero Carletto schifato ha provato a chiedere il Moet Chandon come bevanda ma
l’hanno spernacchiato e si è dovuto accontentare dell’acqua gasata…
Chiuso il McDonald non restava che rientrare al Fekete nella
desolazione più cupa, eppure qualcosa mi diceva che avrei trovato
un’alternativa. Doveva pur esserci uno straccio di locale interessante aperto
dopo le 23…
Il giorno dopo si prospettava tutto alla Generali Arena dove
noi avremmo giocato alle 20 e 30 con la Cekia. Pranzo alla Dolce Vita dove
Ambros aveva finalmente scoperto il Wifi visto che aveva dietro il tablet e
presenza immediata alle 13 e 45 per Francia-Olanda. Il buon Ambros il tablet se
lo portava anche in palestra ed ecco la scoperta sensazionale: Wifi gratis e
senza password alla Generali Arena! E’ stato l’inizio della fine, il povero
Ambros veniva attaccato nel sonno nel suo castello medievale su Internet, così
invece poteva addestrare le truppe e difendersi attaccando a sua volta i nemici
dormienti di Cina e Giappone. La scoperta più grande dopo la penicillina! Un po
anche per me che col telefonino potevo postare commenti, filmati e foto in
diretta e aggratis, yukka! Ed eccolo il nostro alle prese con i fantomatici nemici:
Francia-Olanda che si dimostra un autentico massacro. Le
orange tra esodate e infortunate sembrano un armata brancaleone ed alla fine ne
portano a casa trenta in una gara senza storia. Insomma ci avevano tanto rotto
le scatole per poi naufragare miseramente. Poche le cose positive duranta la
gara ma fondamentali: oltre al suddetto Ambros alle prese con le sue battaglie
su Imperial-on-line ci ritrovavamo i paponi svedesi alle prese con la lotta per
il prosciugamento delle riserve di birra e, dulcis in fondo una specie di
invasione di gnocca come vedete documentato in calce.
Ma la miglior cosa delle giornata era in agguato. Finalmente
avevo modo di salutare la mia amica Zuzana in avanscoperta del girone avverso
visto il suo impegno serale con la Svezia (che avrebbe poi vinto), a parte i
convenevoli e le disquisizioni tecniche la cosa più importante che mi racconta
è dove trovare la vita notturna a Miskolc. In pratica a 300 metri dalla palestra
bastava salire una pseudo collinetta ed avrei trovato locali notturni, disco e
luoghi di cibo. Ullallà va li che storia…
Rinfrancato dall’appetitosa news mi sorbisco anche Spagna-Croazia
col solito copione ispanico: inizio da museo degli orrori (13-9 Croazia il
primo quarto) e poi crescita con la solita Salvadores (de la patria) a dare la
scossa ma stavolta la seguono Capella (finalmente in tiro) che ne mette 19 e la
giocatrice monca di i (Orts) che da segni di vita. Finisce 65 a 50 per le ispaniche che
comunque al tiro portano a casa un 24 su 69 non certo eclatante. Per le croate
Stonjsak ne fa 23 ma il 18 su 60 di squadra è terrificante così come le 23
palle perse. Morale Francia e Spagna 6, noi e Cekia 4, Olanda 2 e Croazia 0. Il
nostro match diventava così fondamentale.
Prima toccava però ad un appetitoso Ungheria-Russia, buono
per dare un occhio a nostre papabili future avversarie. Ii commento tecnico è
che (nostre a parte) le ungheresi erano decisamente la squadra più carina del
lotto (la 9 Toth la mia cocca) mentre le russe decisamente le più fisiche ed
oltretutto rispetto a Cagliari parevano avere nella 9 (Levchenko) una tipa in
grado di mettere in riga la squadra che in Sardegna andava proprio per conto
suo. I due metri di Kuzmina, la bravura di Bratchikova e Kolovsaya esterne
mortifere ed il fisico della colored Maiga facevano paura. Le padrone di casa
tengono per un quarto (16-16) ma poi pian piano cadono sotto i terribili colpi
delle Ragazze. Bratchikova ne mette 23 (10 su 17) e non la tengono proprio così
come Kolovsaya che sembra poter far canestro ogni volta che si alza, Finisce 61 a 53 e la Russia ipoteca
uno dei due primi posti. Per noi diventa fondamentale a questo punto essere
primi o secondi per evitare Russia e Belgio nei quarti e la cosa passava
proprio dalla gara con la Cekia a quota quattro in classifica con noi.
Ed era proprio questa la gara che chiudeva il martedì di
gare.Tanto per cambiare non iniziamo benissimo e stentiamo nel primo quarto che
chiudiamo sotto 17 a
19 ma nel secondo registriamo alla perfezione ogni dettaglio a cominciare dalla
difesa. Per le ceke si spegne la luce fino ad incassare un altro 21 a 0 nel secondo quarto dove le nostre non concedono veramente nulla. La difesa è uno spettacolo con
Romano, Kacerik e Cabrini a mordere e le
rimbalziste a portare a casa tutto quello che passa dalle loro parti. Il
parziale di 25 a
2 chiude virtualmente la partita che le nostre gestiscono senza patemi nel
secondo tempo. Zandalasini chiude con 18, Cabrini con 11 e Tagliamento con 10,
tre in doppia cifra e via andare, sono sei i punti anche per noi ed un’avulsa
che ci premia col primo posto grazie al ventello dato alle iberiche. Ma il
giorno dopo lo scontro con la Francia decideva il nostro destino. Come del
resto Russia-Belgio decideva il primo posto nell’altro girone con Ungheria e
Slovacchia papabili terze e quarte.
Dopo il canonico McDonald che ci caccia al pelo delle 23
esatte mentre il duo A&C si ritirava nei suoi regali appartamenti a
sconfiggere il mondo e a questionare su Basket Cafè il sottoscritto si dirigeva
verso la zona indicata dalla gentil Zuzana. Uscito dal centro e fatta una breve
salitina gradinosa eccomi di fronte una serie di locali. Dirimpetto un baretto
danzante poi altre invitanti porte. A cominciare da sinistra un night club, poi
il dance-bar, poi un paio di ristoranti, poi la strada scende e seguendola un
Panzio che pare di categoria e, scendendo un altro po’ un Drink night bar. Cosa
sia non lo capisco ma l’esterno ispira.
Vista l’ora si poteva cominciare ad esplorare il primo
locale, il night ckub. Un’occhiata all’esterno e già i prezzi non entusiasmano
visto che oltre ai prezzi della bevuta singola (al cambio accettabili) c’era il
litro della bevanda che variava dai 50000 ai 70000 fiorini, cosa che ricordando
il Moulin Rouge di Budapest 2006 certo non entusiasmava visto come siamo finiti
col povero Carlone Villa & C. Mentre leggo arriva però una grassa buttadentro che mi prende per un braccio e mi trascina dentro, volente o nolente mi
tocca e mi guardo in giro, soprattutto in relazione alla fauna femminile
presente. Beh, un vero disastro… la grassa tipa dell’introduzione sembrava una
libellula al confronto delle altre tipe presenti, mi venva in mente la scena di Fantozzi al night, motivo per cui innesco la
retromarcia strategica e fuggo dalla porta rimasta aperta. Fiuuu
Il problema oggettivo era però l’inizio di un temporale di
stagione per cui mi ritrovavo all’addiaccio e senza ombrello, motivo per cui il
disco bar mi pareva cosa sensata. Ingresso 700 fiorini (meno di 3 euro) e
cocacolina a 200 fiorini. Giudiziosamente mi metto seduto ed osservo il locale.
In realtà un covo di tardone ma qualche cosa di decente c’era anche tipo la mia
vicina di sgabello, ma sfiga vuole che era la donna del buttafuori e siccome
non sono ne Russo ne Cammarelle meglio lasciar perdere. C’era anche la parte
sala da ballo da 10mt x 10 ma i villici si divertivano parecchio e la serata
non è stata nemmeno male anche perché un paio di tipe carine alla fine sono anche
arrivate. A fine temporale era tempo di finire la serata ed ormai avevo capito
che ritornardo alla Generali Arena ed attraversando il parchetto in 10 minuti
ero a casa. Detto fatto e con la sorpresa di essere accompagnato da una miriade
di rane che zampettavano felici intorno alle pozze formate dal temporale. Non
ne vedevo così tante (e così cucche visto che volendo le si acchiappava) da
tempo. La fauna era completata da bruttissimi lumaconi acquatici in giro per i
marciapiedi lunghi come due lumaconi marroni nostri e colorati di giallo-nero.
Una vera schifezza. Pago però della scoperta potevo andare felice alle nanne
che anticipavano un mercoledì da leoni, anzi leonesse visto che il nostro solo
compito era quello di tifosi.
Mercoledì che cominciava con la quattro stagioni del Dolce Vita,
pizza ormai eletta a piatto cult del posto per poi trasferirsi al palazzone
dove erano in programma cosettine interessanti. Si cominciava con Grecia-Svezia
decisiva per il quinto posto dell’altro girone. Purtroppo nemmeno stavolta
i paponi svedesi potevano gioire per le loro pargole ma affogare nella birra il
dispiacere era un attimo. A seguire andava in onda un succulento Spagna-Cekia
dove una sconfitta iberica ci avrebbe regalato già uno dei primi due posti
senza giocare. L’inizio spagnolo è incoraggiante (per noi) visto che, tanto per
cambiare, le furie rosse non segnano nemmeno sotto minaccia di morte e chiudono
4-15 il primo periodo. Come al solito le spagnole si ripijano nel secondo
quarto ma le ceke tengono botta e concedono solo 4 punti nel quarto.
L’intervallo ci incoraggia assai: 29-22 per una Cekia davvero pimpante. Non
fosse per la solita Salvadores (de la patria) la Spagna sarebbe sotterrata.
Spagna che insiste nel pasticciare e nel terzo quarto
peggiora nuovamente la situazione incassando un 13 a 22 che fa lievitare il
margine della Cekia che pare lanciatissima verso due punti pesantissimi. Fino
al 2° minuto dell’ultimo quarto siamo in una botte di ferro, il punteggio dice
50-35 Cekia che pare in controllo. Già, pare però… come ormai ci aveva abituato
le pronipototi di Ivan Lendl si intalpano alla grande: in 5 minuti beccano un
altro 0-21 e finiscono sotto. Roba da non credere! Si riprendono un po' nel
finale ma devono arrendersi ad una Spagna brava comunque a non mollare mai.
Salvadores ne fa 22 (8 su 17 al tiro) e
viene aiutata da Flores (15). Nessuna ceka in doppia cifra e il coach a pensare
come cavolo si potrebbe fare ad evitare un disastro simile. Quanto a noi… ci
tocca vincere per acchiappare uno dei primi due posti.
A tale proposito prima del trasferimento all’università cosa
di meglio di un Russia-Belgio per captire chi vincerà l’altro girone che vedeva
già Ungheria terza e Slovacchia quarta. In pratica vincendo ci toccava la
Slovacchia di Zuzana e perdendo la sconfitta tra Belgio e Francia.
Fin dall’inizio si capisce che il Belgio è destinato a pagar dazio di fronte all’imponenza
sovietica. Le orfane di Abelkader se la giocano comunque per tutto il primo
tempo che chiudono sotto di sette punti ma si capisce che nonostante il
prodigarsi delle piccole Allemand e Devliegher la sola Linskens sotto i
tabelloni non può competere con le troppo fisiche avverse. Il canto del cigno
belga (per la gioia dei tanti sostenitori) è nel terzo periodo vinto 13 a 11 ma nell’ultimo quarto
le russe prendono aire e se ne vanno inesorabilmente nonostante qualche
disastro di troppo del loro play-maker. Finisce 57 a 44 e per le Ragazze è
primo posto, a questo punto per evitare (o allontare) le comunque temibili
belghe non ci resta che… trasferirci di palestra e vincere.
Alle 20 e 30 coincia la disfida, oddio comincia è una parola
grossa visto che a giocare nel primo tempo è praticamente solo la Francia, per
noi si riesumano i fantasmi olandesi e non andiamo oltre i 16 punti fatti
all’intervallo e buon per noi che la Francia ci grazia un attimo e non superi
quota 27. Tutto il brutto del primo tempo riusciamo però a trasformarlo nel
secondo, riusciamo a tornare pressoché impenetrabili in difesa e quanto meno
decenti in attacco. La Francia passa minuti senza segnare e noi ritroviamo la
vena offensivo del duo Zandalasini-Tagliamento. Pian piano torniamo a galla con
le piccole a fare il loro, Cabrini a ritrovare verve contro le sue compagne
francesi di college, Kacerik a recuperare palloni e le lunghe a prendere
rimbalzi contro le fisiche avversarie. Un terzo quarto monstre si chiude sul 20 a 8 ma la gara appare
completamente nelle nostre mani. La sensazione è quella giusta, l’ultimo quarto
è sulla falsariga del primo, la Francia segna 7 punti e non ci si raccapezza
più, Le Galloppier si agita e le prova tutte ma le nostre non mollano una
virgola e chiudono sul 55 a
42 volando al primo posto della classifica e dimostrando un gran carattere. Non
c’è che dire gran bel colpo! Anche se il 22 su 64 al tiro (Zandalasini e
Tagliamento chiudono con un 12 su 37 totale) è da paura ma alle avverse
concediamo un misero 14 su 56 e gran parte dei 14 nel primo tempo. Intristiamo
la mia mamma preferita ma va bene così.
La cena del McDonald pare una capatina al Savini
dall’entusiasmo che le ragazze ci hanno trasmesso, ma esaurita la formalità
culinaria era tempo di warm-up per quel drink night bar che aveva suscitato
tanto interesse. Non era il caso di praticare visto che il giorno di riposo
seguente era dedicato alla gita a Debrecen ma un’occhiatina andava data in
ottica futura.
L’ispezione la si prendeva larga, si ripassava dal night e
dal bar-dance per poi seguire della musica che arrivava dall’alto. Dopo aver
scalato il Tour Malet arrivavo a meta ma era solo una festa privata con musica
a palla, ormai accaldato come una bestia non mi restava che scendere in un
trodo fatto di sassi e pietre tornando a valle. Sulla strada il ristorante
tipico che pareva di grande spessore, ci infilo il naso e scopro che arrivando
verso le 22 da mangiare lo fanno. Buono a sapersi, il posto ispirava. La fine
della discesa presentava sull’angolo il famoso night disco bar. Provo a
curiosare tra le finestre ma si vede poco o nulla, non mi resta che appostarmi
e vedere il via vai. In una mezzoretta non vedo ne entrare ne uscire nessuno,
un po' la cosa inquieta ma la casetta è troppo carina. Vedere per credere…
Vista l’imminente partenza per Debrecen ad un orario quasi
decente vado sulla via del tramonto atraversando il parco in notturna in attesa
della chiamata mattutina del giovedì per il viaggio nella vicina Debrecen (98 km ) teatro delle prossime
finali U20. Si doveva vedere il posto e magari prenotare un posto per dormire
una decina di giorni dalla metà di agosto..
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