mercoledì 15 agosto 2012

L'Argento vivo di Miskolc - Parte 3

Verso le 10 il duo A&C si presenta puntuale, incredibilmente io pure… ovviamente l’idea era quella di utilizzare l’autostrada (che da quelle parti è blu e vuole la vigneta mentre le provinciali sono verdi) ed altrettanto ovviamente finiamo per ritrovarci sulla provinciale dove attraversiamo paesi formati da almeno 12 lettere con poche vocali e tante consonanti. Dopo un parco preistorico ed una delle suddette città che aveva la pregevole caratteristica di ospitare un tot di cicogne avendo costruito all’uopo tantissimi nidi sui pali del telegrafo (non vedevo una cosa simile dai libri delle elementari) tutti o quasi sul lato destro della strada eccoci giungere in quel di Debrecen.
Il paesotto in effetti appariva molto più esteso di Miskolc ed anche più popolato. Dopo un po’ di tempo perso ad orientarsi non si sa come imbrocchiamo una via che va verso il centro storico, dopo qualche esitazione parcheggiamo negli appositi spazi con parchimetro per esplorare il centro. Detto fatto ed eccoci a rimirare il piazzone centrale davanti alla cattedrale, da futuro inquilino apprezzo il movimento muliebre ed alcuni banchetti fissi forieri di cibarie. C’è perfino un baldacchino del Tourist information e mi ci fiondo per un paio di dritte sulla città e gli indirizzi dei due palazzetti. Il tipo in un inglese certo migliore del mio mi spiega praticamente tutto e mi indica da che parte andare per poi rimanerci male quando mi vede andare dall’opposta perché il Carletto aveva adocchiato un bel baretto per l’aperitivo. Seduti a rimirare il passaggio ci fa un paio di birrette e si riparte non senza notare una camerierina spettacolo in un posto che sa di perfetto espletamento per la prima colazione. Ovviamente ho preso nota fotografica del posto e della cameriera di cui avrete news nelle prossime puntate…
Tra una bagola e l’altra però abbiamo sforato il parchimetro ed al ritorno ecco il bis degli otto euro di multa che fanno infoiare il nostro autista che maledice i magiari attuali e le recenti generazioni fino al regno austro-ungarico confessando che dorà fare lo sforzo di pagare in quanto esiste un efficiente sistema di recupero crediti in Italia per le multe. Urca. E gli va bene che la sera prima dopo Francia-Italia una pattuglia di Vigili che ci ha inseguito lo ha fatto solo per dirci di fermarci allo stop. Pensate che io pensavo volessero dirci che non andavano gli stop...
Nell’arrivare avevo notato una pensioncina tre stelle nella via prospiciente il centro e, spostata la macchina, cosa meglio che andare a controllare. Ammetto che l’ingresso non è stato eclatante, la padrona nemmeno (tette a parte) però chiedere prezzo e disponibilità ne valeva la pena. La tipa mi dice 6400 fiorini a notte (circa 22 euro) e mi mostra una camera (la due). In effetti mica male con letto una piazza e mezza, bagno e doccia. Mi pare un buon affare e dopo avergli spiegato i giorni che mi servono per un quarto d’ora, si persuade a darmela. L’avergli chiesto una ricevuta per l’anticipo è stato un dramma, voleva 12800 fiorni di anticipo ed arrivavo a 12000, c’è stato da lottare di brutto ma alla fine l’ho convinta promettendo il pagamento del resto all’arrivo. Ovviamente non aveva fotocopiatrice e ha dovuto scrivere il documento due volte, però è stata precisa. Commosso l’ho salutata pago per l’affare. Il buon Ambros temendo il mio rapimento dopo mezzora è venuto alla ricerca (anche perché la fame lo attanagliava) giusto nel momento in cui mi accomiatavo. Finalmente era ora di pranzo. Tronfio e felice risaltavo in macchina alla ricerca del cibo.
Il nostro autista pensava bene di pirlare intorno al cento per poi ritornarvi finchè (senza saperlo) ha preso la via della stazione (vicina al centro, bene bene) ed ha parcheggiato d’autorità infilando nell’immancabile parchimetro tanta moneta quanta il deposito dello Zio Paperone, almeno stava tranquillo. Un po' meno lo era l’affamato Ambros che inPantanato (cioè alla stregua del Panta quando ha fame) abbiamo fatto sclerare nel momento della scelta tra un kebab aabro, un take-away cinese ed uno pseudo self service di villiche. A me piaceva la cameriera del take-away ma la scelta è caduta sui villici. Alla fine non senza sofferenza nello spiegarci qualcosa ci han dato, un pietoso velo sulla qualità ma prendevano i buoni mensa…
Finita la missione si tornava alla base stavolta senza fallire la strada blu e, ignorando la vigneta, il ritorno è stato decisamente più rapido tanto che prima della cena il buon Ambros ha potuto fortificare le sue difese ed addestrare un tot di soldati guadagnando anche ferro e legname. Bah
Per la cena visto che l’ora era decente si è optato per un ristorante che avevo notato mentre passeggiavo per il centro solitario, posto all’aperto che prendeva bene. In effetti la cena è stata di qualità circondati da Ceki e dagli immancabili svedesi. Il menù era zuppa di goulash e.. ehm… schnitzel (cotoletta ala milanese in pratica) ma notevole per 13 euro a testa.
Ma il bello era a seguire con la visita al Drink Night Bar. Dopo il giretto digestivo e rilassante in cui novello Marco Mazza raggiungo la stazione giusto in tempo per un temporale della Madonna che mi obbliga  a tornare al mio Panzio in Taxi (700 fiorini, meno che il bus) eccomi giungere sul luogo della perdizione e, vinta un iniziale titubanza come sempre succede verso l’ignoto, suono il mio bel campanello. Mi apre una tipa che pareva la parente un po' piu magra del’altro night club. Oddio ho pensato, ci risiamo un’altra fuga strategica. Invece quella era solo il comitato di accoglienza. In pratica faccio qualche gradino e mi ritrovo circondato da quattro tipe sufficientemente discinte. Alla mia destra il bar, alla mia sinistra la pedana per la lap-dance ed un po di divanetti sparsi. In fondo altri divani con strane tende socchiuse.
Rapida scorsa alla mercanzia esposta e capisco che devo scegliere. Prendo il rapporto qualità-prezzo migliore (non senza farmi incenerire dalle altre tre) e mi faccio accompagnare al divanetto. La tipa mi dice che si chiama Eszter e mi chiede cosa parlo. Io le dico Olasz (Italia) e che con l’inglese mi arrangio (ah ah). La tipa fa la faccia stupita e mi racconta che ha una sorella che fa la barista a Padova e che ad agosto sarà in ferie in Veneto oltre a sapere qualche parola di italiano (vi risparmio quali ma erano sul tenore di bella gnocca, in effetti…). Finiti i convenevoli comincia a spiegarmi il significato di Drink bar, in pratica bevi e guardi lo strip al palo ma lei non è capace e fa solo servizio bevuta. Beh pazienza… intanto mi spiega le tariffe visto che ha ancora in mano il listino. Ovviamente devo inaugurare, lei mi chiede se voglio un’altra tipa ma visto che avevo scelto lei me la tengo e la spedisco al tavolo con una birra analcolica per me (ha riso per mezzora) ed un whiskey per lei (ovviamente era acqua ma non fa nulla). La mia birra era 1000 fiorini il suo pseudo alcool 3000 e dava il diritto ad una decina di minuti di compagnia.
Ovviamente mi faccio spiegare anche il resto del programma. Intanto c’è il privè a 15000 fiorini (50 euro circa anche se poi ho scoperto che per i villici era 8000) e lo si fa nei divanetti con le tende. Il tempo è due canzoni (dieci minuti era troppo difficile) ed ognuna delle tipe ha la sua specialità. Comunque qualcosa di interessante si combina sempre  a patto di essere un po’ dei Flash Gordon. In effetti obietto che sarebbe meglio che facessero dieci-quindici minuti a bevuta e 10 fissi di privè, mi sembrava più lineare ma non potevo pretendere di insegnare ai villici il loro mestiere…
Vicino alla scadenza dei 10 minuti arrivava qualche altra tipa a cercare di scroccare una bevuta ma sono riuscito col mestiere ormai acquisito a rimbalzarle tutte, oltretutto Eszter era davvero carina e simpatica e la conversazione fluiva così come una certa intimità, ma non perché io sia particolarmente affascinante, è il mestiere che lo impone alle tipe. Insomma come primo approccio capisco come funzione e passo un paio d’orette in piacevole compagnia ad un costo decisamente accettabile, manco riesco a finire la mia birra analcolica da tanto che Eszter mi prende ma lei si spara 5 o 6 acque-whisky che la fan contenta e le fan fare serata visto che mi dice di essere pagata a consumazioni.
Verso le due e mezza penso sia ora di togliere il disturbo ma non senza promettere a Eszter il ritorno della sera seguente, figurarsi era già innamorata… La cosa strana è che il locale non aveva buttafuori, tutte donne anche se forse la tipa addetta alla porta se ti mette le mani addosso sei finito. Comunque sia pago della serata torno ai patri lidi schivando le solite rane visto che nel frattempo aveva piovuto, ormai pareva l’Amazzonia verso mezzanotte piovasco e clima freschino. Tranne che in camera dove i 40 e passa gradi imperversavano, per fortuna 10 minuti di finestre aperte e tutto a posto.
Il mattino dopo si entrava nel vivo dell’europeo, si era ai quarti con i seguenti accoppiamenti che si gustavano tutti alla Generali Arena uno in fila all’altro: Belgio-Francia, Spagna-Ungheria, Russia-Cekia e Italia-Slovacchia. Tanto per cambiare e per farci finire al McDonald eravamo gli ultimi a giocare.
Il risveglio mattutino è stato un po' più delicato vista la seratina precedente ma per mezzogiorno ero bello vispo ed affamato al centro commerciale per il cibo, stavolta trancio di pizza e dolcetto, roba veloce perché alle 13 e 30 era già tempo di palestra per il primo quarto che si presentava assai interessante ed avrebbe definito la nostra potenziale avversaria in semifinale. Non ci avrebbe fatto schifo reincontrare le francesi per la verità…
L’inizio del match sembra farci contenti con le francesi bravi a sfruttare le loro potenzialità fisiche grazie anche alla mia “figlioccia” Combes che appare assai ispirata con Berkani e Dambach. Le belghe paiono ancora segnate dalla gara con le russe e faticano assai anche se la brava Allemand tiene botta quasi da sola in un primo quarto chiuso dalle sue sotto 14-19. Nel secondo quarto le belghe sembrano pian piano ritrovarsi con il loro mix di squadra mentre le francesi come d’abitudine si perdono un po per strada vittime dei tanti errori da sotto ma la seconda sirena ci consegna ad un intervallo ancora in equilibrio con le belghe avanti 35 a 33 per la gioia del folto pubblico giallorossonero.
Ci si aspettava alla ripresa le francesi al gancio invece le transalpine tengono il campo alla gtrande e ribattono colpo su colpo in un terzo periodo avarissimo di segnature che le belghe portano a casa con un misero 11 a 9. La cosa si faceva interessante. E lo era ancora di più vedendo un ottima Francia in campo nel quarto finale, Le Gallopier trovava il bandolo della matassa e recuperava il minimo gap per arrivare addirittura avanti nelle battute finali della gara. Gara che potrebbe portare a casa un paio di volte ma prima subisce una penetrazione della solita Allemand che si fa tutto il campo indisturbata ed impatta e con l’ultima azione malamente buttata nel wc. Vedere per credere.







Morale pareggio e supplementari ma si ha l’impressione che le loro chanches le blues se le siano già giocate tutte.  Così è, pronti via e perentorio 5 a 0 belga che sa di sentenza. Infatti le francesi di punti ne fanno solo 4 nel periodo (a 11) e finiscono nelle finali per il 5° posto. Allemand ne spara 21 (unica in doppia cifra delle sue) e vince quasi da sola, le blues tirano con un orribile 22 su 76 e lo pagano caro. Il Belgio resta comunque un osso duro ma Abelkader in campo cambia abbastanza le cose…






Appena evacuate le protagoniste del primo quarto ecco riempirsi il palazzo con tutti i tifosi locali con le loro bandiere tricolori, di gente strana ce n’è parecchia ma fa folklore e tutti sono pronti per il loro Eyra Mayarorsag o Rya Rya Ungaria soprattutto un tot di ultras che paiono ereditati dal calcio, ammesso che il Miskolc abbia una squadra di calcio e mi pare di si.
Dopo un riscaldamento dove gi interessi vanno per la mia preferita Toth



possiamo cominciare e le padrone di casa sembrano un po' in soggezione forse sopravvalutando un attimo le avversarie. Un volta tanto nella Spagna la palla sembra essere giocata più dalle interne che dalle esterne e del resto l’Ungheria non ha proprio molto fisico da contrapporre a Lo, Orts e Quevedo, forse la sola Toth è in grado di darsi da fare a rimbalzo e in contrapposizione. Il succo del discorso è che le iberiche scappano sul 18 a 11 alla prima sirena.
La coach locale cerca di dare una mossa alle sue ed in effetti sembra riuscirci quando meno nel far ritrovare ispirazione alle sue esterne, arma che potrebbe sfruttare visto che Salvadores marca visita e Cazorla non pare proprio un crak. Crak che pare invece il duo Dubei-Horvath che comincia a drizzare la gugia e a mettere punto su punto fino a quasi impattare quando arriva il tempo dell’intervallo: 30 a 29 Spagna. Ammettiamo che per assonanza di colori e perché le spagnole è sempre meglio togliersele dai piedi il nostro sostegno alle magiare è totale.
La fiducia pare ben riposta per almeno 17 minuti del secondo tempo in cui le tricolori affini mordono le caviglie alle giallorosse, pareggiano 15-15 il terzo quarto e sono ancora li a poco dal termine ma il sogno svanisce con tre pirlate consecutive che costano carissime: rinuncia ad un tiro con tanto di contropiede, palla persa sul press e rimessa dal fondo da omicidio. La Spagna ringrazia e prende quel minimo margine che la fa respirare fino agli ultimi 30 secondi. L’orgogio magiaro però sa farsi valere e con un paio di falli giusti si recupera quacosa tanto che l’ultima palla è per le padrone di casa che sotto di due possono tirare da tre per vincere. Purtroppo la distanza è siderale ed il miracolo non riesce, la Spagna se la sfanga ancora una volta, certo brave a crederci sempre ma fino ad ora le avversarie (Italia a parte) ci han messo molto del loro per dargli una mano. Dubai chiude a 22 punti, Horvath a 17 (15 su 37 al tiro in coppia non è però il massimo), la mia Toth a zero (con un paio di errori che gridano vendetta), per la Spagna Salvadores (mica tanto de la patria stavolta) chiude con due punti (1 su 14), Ortis e Quevedo (7 su 22 in due) un ventello in duementre Capella (tornata in tiro) con un 4 su 6 fa tornare i conti. Anche stavolta il 23 su 67 di squadra spagnolo non pare un bijoux…



Prima del terzo quarto di finale potevo anche sfruttare l’intervallo per un rapido guizzo al mio Panzio al fine di preparmi già per la serata. La cosa non è di rilevante importanza se non che ritornando indietro come scorciatoia decido di attraversare il cimitero posto giusto tra il mio albergo e la Generali Arena. Attaversando il camposanto noto una cosa un po' strana: molte lapidi non sono complete con la data di decesso. Strano… guardo bene e scopro una cosa che in Italia farebbe toccare le palle anche ai gatti neri: un tot di gente ha già comperato la sua lapide, non solo, ha pensato bene di scriverci la data di nascita ed il 20xx che sarà l’anno di morte! C’era anche gente del 1977 che l’ha fatto, spero per lui (o viceversa) che muoia nel 2101 e debba cancellare lo zero… Vedere sotto per credere!

Un po’ spaesato da tale scoperta mi appropinquo a Russia-Cekia senza grosse speranze di vedere un grande match in quanto le Ragazze son parse decisamente un altro pianeta e di contro come potrebbero le nipotine di Lendl non intalparsi un’altra volta? In effetti all’intervallo siamo 32 a 16 e c’è già il doppiaggio. Peggio va ai simpatici ceki in tribuna nel terzo quarto dove arriva l’intalpata: parziale di 2 punti in 10 minuti e tutti a casa con le loro pupille che faticano non poco a raggiungere quota 30 (a 63) con Vesela top scorer delle sue a quota 6. 10 su 58 il risultato ceko al tiro. Sigh.
Morale le tre favorite erano passate ed ora toccava a noi contro la Zuzana. Eccola qua pronta per iniziare:



In verità ci mettiamo un po ad entrare in gas e nel primo quarto le slovacche ci tengono a bada abbastanza agevolmente chiudendo sul 12-14 ma nel secondo periodo cambiamo marcia con la difesa di Romano e le mani ispirate di Zandalasini e Vitari. Boby Richards fa il suo turnover di cambi e rendono al meglio anche Russo e Cordola, la squadra fila che è un piacere e andiamo al riposo con un 32 a 24 abbastanza rassicurante.
E’ però il terzo quarto che annichilisce le avverse, solita difesa e palloni rubati a gogò, la Slovacchia non segna proprio mai ed incassa un 17 a 3 nel periodo che la distrugge, la povera Zuzana non sa più che pesci prendere e se fosse pugilato getterebbe volentieri la spugna ma è basket e ci tocca darci da fare anche nell’ultimo periodo che chiudiamo sul 26 a 9 per un finale da 75 a 36 che punisce anche troppo le avversarie. Siamo ormai nelle quattro e vicini ad una medaglia che è sempre un grande obiettivo ed un grande successo in Europa. Giustamente al termine non esultiamo nemmeno più di tanto.



A questo punto cosa meglio che andare a festeggiare da Eszter? Direi nulla ed esaurita la parentesi del McDonald per l’ultima volta (al venerdì presenze muliebri notevoli invero…) eccomi sulla strada della (relativa) perdizione dopo la doverosa sosta bancomat.
Ormai sicuro di cosa mi attenda suono il mio bel campanello ed attendo la venuta del torello da combattimento ad aprirmi. Dopo poco arriva e mi sento un Fantozzi qualsiasi al cospetto del megadirettore. Evito anche lo sguardo della tipa, mi risparmio il “com’è buona lei che mi ha aperto” e sgaiattolo nel locale. Mi guardo intorno e non vedo Eszter, nooo… ma poi guardando verso il fondo me la ritrovo a bere con un cliente (stavolta almeno due oltre a me c’erano). Un po’ spaesato mi guardo in giro e vista la mia titubanza mi si avvicina mica il Megadirettore… Piuttosto faccio un privè da solo, pago e scappo! Per mia fortuna Eszter mi vede e capisce il mio dramma, molla subito il tipo e mi viene vicino, al che la prendo praticamente per un braccio e ci sediamo sui divanetti.
Davanti ad una birra analcolica e a qualche wiskeyacqua ce la raccontiamo passando dal basket alla scoperta tombale, all’Italia ed i sui mari e le sue parolacce. E’ proprio carina Eszter ed anche affettuosa (e te credo) anche se confessa che oltre a non fare lap-dance non fa nemmeno privè. Si va beh, baci, coccole ecc. ma poi che si fa? Morale dopo un paio di altre bevute finalmente ce la faccio a portarla sulla via della perdizione (Ndr.: roba da matti, cosa mi tocca fare, di solito sono io a dovermi negare in questi posti…) e seppure con lei titubante ci infiliamo sui divanetti blindati.
Devo dire che non so se era falso pudore o se era così entusiasta di fare il suo primo privè (seeee) ma la cosa è stata di grande spessore tecnico vista che la mercanzia esposta/poco esposta meritava assai, peccato che le due canzoni scelte non fossero Music di John Miles di 7 minuti circa o qulcosa interminabile dei Pink Floyd perchè ne valeva la pena. Un po’ spettinati siamo tornati sui divanetti finali per un paio di brindisi di commiato ma ero soddisfatto perché il mio rito propiziatorio del settimo piano era stato fatto. Ovviamente ho dovuto promettere di ritornare il giorno dopo in caso di vittoria. Sulla mia pelle ho capito che i privè per i non vilici costavano più o meno il doppio ma la brava Eszter meritava…
Uscito dal locale verso le 3 mi ritrovavo la solita acqua notturna ma mi sentivo come Sinatra (o chi per lui) mentre cantava Singing in the rain, più che altro on the rane (frogs) visti gli anfibi che saltavano a destra e manca dentro e fuori le pozzanghere. Erano davvero simpatiche… cosa fa una semifinale europea!
Il risveglio del sabato (penultimo giorno) era bello e di attesa, coi soldi prelevati volevo comprarmi un paio di scarpe che avevo adocchiato, peccato che fossero tutte da donna e la commessa mi ha guardato con grande compatimento, poco male, raggiunto il duo A&C mi apprestavo all’ultimo pranzo nel centro commerciale tra gnocche che vagavano a destra e a manca in quantità industriale. Bello spettacolo davvero ma eravamo troppo concentrati sul Belgio, e sul fatto che vista l’ora di gioco avremmo potuto provare l’ispirante ristorante tipico prospiciente il Night Drink Bar.
Stavolta la Generali Arena apriva alle 16 per cui c’era tutto il tempo di fare le nostre cosine, dal cibo alle battaglie col nemico jap, ma per le 15 e 30 eravamo già sul pezzo curiosi di vedere cosa sarebbe successo tra lo strapotere fisico delle Ragazze ed una Spagna comunque dura a morire che con l’andare delle gare si era rinfrancata.
Spagna che parte con il quintetto più potente fisicamente che può: Capella, Quevedo, Lo, Flores e Orts. Per le russe ecco Levchenko, Sema, Kolosovskaya. Aksenova e la molto poco russa Maiga. Per il momento in panca Kuzmina.
L’inizio ricalca quanto ci aspetta, la legge fisica arride alle Ragazze che sembrano poter comandare le operazioni. La Spagna non ha molti secondi tiri anche se, come ormai ci aveva abituato, le percentuali sono modeste, ma ovviamente di prendere rimbalzi in attacco se ne parla poco (alla fine ne prenderanno 8 in totale). La Russia fa il suo anche se il play Levchenko non sembra proprio nella sua miglior giornata e Orlova deve spesso tamponare le sue estemporaneità. Comunque sia il primo quarto arride alle Ragazze che chiudono sul 16 a 12.
Il secondo quarto serve alla Spagna per capire che nonostante debba sempre inseguire non è così distante dalle avverse, insomma ci sono segni di risveglio iberici con Quevedo e Capella a dare un certo fastidio, la Russia va per la sua strada ma non riesce a scrollarsi di dosso le avversarie che si meritano il pareggio nella seconda frazione per il 30 a 26 dell’intervallo. Certo, dovendo scegliere incontare la Russia in finale farebbe paura e vista la gara d’esordio le spagnole, almeno quelle viste fino ad ora, sarebbero preferibili visto che i nostri maggiori problemi sono contro le lunghe di stazza e tra Kuzmina, Maiga e le esterne Kolovsakaya e Borovykh i centimetri si sprecano.
Dopo l’intervallo allietato da una fotografa russa spettacolare si riparte con una gara ancora più tirata, spagnole che serrano la difesa  russe inattaccabili nell’area colorata. Le percentuali spagnole tanto per cambiare sono deficitarie ma le Ragazze paiono scricchiolare nelle loro certezze, ciò nonostante vincono il terzo quarto con un misero 9 a 7 che vale il 39 a 33 della terza sirena.
Il margine oscillante sui 5 o 6 punti sembra poter dare una certa tranquillità alle Ragazze ma complice una Levchenko sempre più imbarazzante pian piano le Russe si involvono senza apparente motivo, di contro le spagnole si caricano cominciando anche a metterla dal perimetro. Messe un paio di triple le iberiche prendono coraggio e giocano anche bene mentre le avverse vanno nel marasma più totale, non riescono a far arrivare palla alle lunghe e spesso e volentieri regalano palla. L’intalpamento si fa drammatico e le Ragazze non vanno più nemmeno a spingerle, incassano un 8-17 nel quarto finale e regalano alle giallorosse la finale. Finale raggiunta con un 21 su 62 al tiro che rispecchia la media del campionato spagnolo ma nonostante ciò è cambiata notevolmente la convinzione nei propri mezzi e si intuisce che non sarà facile per chi le incontrerà in finale. Per le russe una chiusura 18 su 65 al tiro con Sema e Borovykh protagoniste in negativo nelle percentuali insieme alla suddetta Levchenko. Le 24 palle perse (a 15) parlano da sole.




Ma ora era tempo di Belgio-Italia. Per l’occasione giungono orde di ragazzotti tifosi belgi pescati chissa dove e noi, nonostante l’arrivo di altri genitori (Cabrini, Zandalasini, Beretta e zia Vespignani) siamo in netta inferiorità ma per assonanza di colori i villici quantomeno ci preferiscono ed un po' ci tifano. Rya Rya Italia non suona nemmeno male…
Pronti via e ci schieriamo con Kacerik, Romano, Tagliamento, Zandalasini e Vitari a cui le belghe rispondono con Allemand, Devliegher, Nauwelaers, Linskens e Mpoyi. Fin dalle prime battute si capisce che le nostre hanno l’occhio di tigre, concentrate e pimpanti prendono il comando delle operazioni con Don Diego Zandalisini de la Vega a fare proprio come Zorro: non sbaglia un colpo e trascina la squadra, Ma tutto intorno a lei funziona  meraviglia, soprattutto in difesa dove le bocche da fuoco avversarie sono limitate alla grande. Il 16 a 12 del primo quarto ci sta anche stretto ma un secondo quarto in fotocopia ci consente di raddoppiare il malloppo: altro 16 a 12 e voliamo verso la doppia cifra di vantaggio concedendo alle avversarie decisamente poco o nulla. Le belghe cercano di sfruttare le due sole armi su cui possono confidare: il tiro da fuori di Allemand ed il fisico sotto canestro di Linskens, per le altre assai poco da dichiarare con in particolare la brava Devliegher che chiuderà con un triste 2 su 10 dal campo.
Per la felicità dei biancorossoverdi e la tristezza dei tanti giallorossoneri nel terzo quarto la partita non cambia canovaccio, per noi perde in precisione Zorro ma Tagliamento ne prende il testimone mentre la difesa continua nella sua impenetrabilità tenendo a quota 6 nel quarto le avverse. Finisce che a fine terzo quarto di una gara pressoché perfetta ci ritroviamo sopra di 11, cosa che nemmeno il più ottimista degli italici presenti si sarebbe aspettato. Ma forse nemmeno il più pessimista dei belgi…
Pesssimista dei belgi che deve accusare ancora un paio di minuti di marca azzurra, le nostre arrivano al +19 e sembrano in una botte di ferro. Improvvisamente però succede l’imponderabile ed accusiamo qualche battuta a vuoto, sul press regaliamo qualcosa di troppo e sotto la spinta delle piccole il Belgio rosicchia punti. Le nostre sembrano cedere un po' mentalmente pensando la gara già chiusa e punto su punto vengono avvicinate fino al -6 ad un paio di minuti dal termine, ma niente paura nel finale torniamo ai livelli di trequarti gara e riusciamo a gestire senza troppi patemi il nostro meritatissimo posto al sole. Teniamo le avverse sul 17 su 60 al tiro (7 su 12 per Allemand che arriva a 17 punti) e limitiamo la loro lunga a 14 punti (5 su 14), le altre imbavagliate. Zandalasini (17) e Tagliamento (16) sono le nostre top-scorer ma la difesa, i recuperi e la mentalità non sono cose che escono da un tabellino e le nostre le fanno al meglio. Insomma sembriamo prontissimi a giocarci l’oro contro una squadra già incontrata e sconfitta di 20, cosa meglio di così, anche se le iberiche, come spiegato, ora sono un’altra squadra, sempre con poco talento offensivo ma mentalmente molto più sul pezzo.
A seguire il finale le feste sul campo e la gioia che in quei momenti sono cose impagabili mentre nella mente scorrevano le immagini di due anni prima a Poprad dove il 92-93 aveva più di un punto in comune con questa squadra nel talento individuale e nel gruppo che si era creato, certo che non capita tutti i giorni (o tutti gli anni) di giocarsi l’oro europeo! E noi c’eravamo, segno di un movimento che sta facendo bene, oro a Poprad, bronzo a Cagliari ed ora almeno argento.



 
 








 

Per completare la serata ci voleva solo una grande cena ed un bel post-cena. L’idea era quella di una visita all’etterem (ristorante) vicino al drink-bar, detto fatto ed eccoci a chiedere asilo. La proprietaria ci accoglie cordialmente e ci troviamo una sala pranzo quasi solo per noi tre con tanto di addobbi, posate d’argento e cristalleria di gran qualità. Se il cibo valeva il resto eravamo a cavallo… ed in effetti la zuppa di formaggio e la carne erano di categoria super extra, una cena davvero coi fiocchi che completava la serata ludo-culinaria. Ora mancava la parte muliebre…
Fatti i miei soliti quattro passi per digerire fino al Panzio che trovo stranamente aperto (va beh che era sabato), mentre vado verso la scala per le camere mi ferma il simpatico padrone e mi invita al banco-bar. Sono un po' restio, ma quando vedo un paio di gnocche mica male mi faccio convincere. Dorith era Dorith...



In pratica cerca di spiegarmi che è il suo compleanno, meglio me lo fanno capire le due tipe con lui: Dorith e Julianna. Coppia che scopro essere alloggiata nel Panzio vicino alla mia camera. In pochissimo facciamo amicizia aiutati dalla grappa ungherese e dalla lingua non certo limitata soprattutto di Dorith che non tace un attimo (e non solo per la grappa). Grappa che rifilano anche a me con l’obbligo di ingerirla in un solo sorso, al ritmo di un sorso di coca cola ed un ingoio di grappa. Siccome non sono Superciuk di Alanfordiana memoria l’esercizio mi riesce malissimo e i tipi ci rimangono un po male anche se mi perdonano. Le due tipe saranno al decimo trinchetto e sono belle allegre, chiacchieriamo in inglese del più e del meno fino a quando andiamo sul culinario e mi raccontano in coro di un comune amico che fa il cuoco in una steak-house li vicino. Ci vorrebbero anche andare ma forse ero già bello satollo,,,
Morale della favola mi ci portano a vedere il luogo, io faccio cenno di aver capito e prometto che la sera dopo (con amici) ci saremmo andati, i miei tre nuovi amici paghi mi riportano in hotel e ricominciano a versare grappa. Miii, va bene che da Eszter dovevo bere la birra analcolica però… Negli ultimi discorsi mi spiegano come nei locali notturni sarei stato derubato dovendo pagare il doppio rispetto ai villici (ma va, non me n’ero accorto…) e mi ricordano la cena della sera seguente. Verso mezzanotte le tipe (li tra l’altro per lavoro visto che erano guide turistiche) decidono che si va a nanna. Tra baci ed abbracci salutano e saliamo insieme nei nostri regali appartamenti. Per loro nanne e per me doccetta prima di fuggire al mio drink bar night.



 Per evitare di essere sgamato dai miei nuovi amici sgaiattolo fuori e bisso la camminata notturna fino da Eszter attraversando il parchetto stavolta agitato da voci di villici probabilmente in pausa cannetta. Solita buttafuori alla porta e solita fuga all’interno dove Eszter è già pronta sul divanetto. Birretta analcolica e solite chiacchiere da tronfio, il problema è che io sono bello vispo (con le grappette bevute poi…) mentre Eszter giunta a fine settimana è un po moscia (non pensavo con un privè di stroncarla così…), però da buona professionista mi dice che la sua amica Oniko li presente è favolosa nell’oral-sex del privè. Io le rispondo che se devo parlare di sesso preferisco farlo con lei… compiaciuta si accoccola e mi tocca anche farle i massaggini per un fine serata davvero molto gradevole. Tanto per cambiare si tirano le 3 anche stavolta con l’aggravante di dover tornare in camera senza far casino, eccapperi dovevo dimostrarmi un bravo ragazzo no?
Il giorno seguente era dedicato alle finali, visto che avevamo deciso di bypassarle almeno fino al terzo e quarto posto cosa meglio dell’ultimo pranzo al Dolce Vita per il commiato. Il bello è stato che andando verso la “mensa” ho raccolto un tot di “orfanelli” italici per cui il tavolo è stato riempito da una decina di persone della lega lombardo-puglese che alla fine si son detti anche soddisfatti del cibo.
Come detto non ci siamo visti Ungheria-Slovacchia (67-42) per il settimo posto, Cekia-Francia (52-56) per il quinto e tanto meno l’ultima tornata retrocessione che ha ricacciato Germania ed Inghilterra da dove erano venute (il gruppo B). Bontà nostra ci siamo presentati per la gara valevole per la medaglia di bronzo tra Russia e Belgio, un remake. E da buon remake come in un film già visto è nuovamente la Russia ad imporsi con autoritario secondo tempo chiuso sul 30 a 20. Per noi scaramantici sembrava un buon segno, metti che il bis riusciva anche a noi…
Alle 20 e 30 precise tocca a Italia-Spagna, l’atto finale.








Per noi partono Vespignani, Kacerik, Beretta, Zandalasini e Vitari. Spagna che risponde con Capella, Quevedo, Lo, Flores ed Orts. Purtroppo fin dall’inizio si capisce che le nostre non sono tranquille e sul pezzo come in altre occasioni, come capibile una finale europea qualcosa ti muove dentro e le spagnole mostrano un orgoglio grande come una casa nel voler far dimenticare la gara d’apertura.
Il grosso problema è che la loro carica agonistica si sposa alla grande con una precisione al tiro che mai avevamo visto loro sfoderare. Noi siamo un po' lenti ad aiutare in difesa ed a contrastare le tiratrici ma ogni volta che alzano la mano è canestro. Giocano ad un ritmo infernale e praticamente ci paralizzano. Il primo quarto spagnolo è da manuale del basket e lo paghiamo carissimo: 23 a 10. Bobby Richards riesce un po’ a ricompattare le fila nel secondo quarto, sembriamo entrare in partita ed a mo' di formichina recuperiamo punto su punto anche se la loro difesa ha praticamente imbrigliato le nostre bocche di fuoco: Zandalasini deve faticare a trovare buoni tiri e Tagliamento non è proprio in serata. Nel momento migliore abbiamo buone cose da Beretta e Cabrini e risaliamo a metà quarto fino al -8 (20-28) ma Cabrini accusa una botta e deve uscire, nel contempo ci si spegne completamente la luce, incassiamo uno 0-8 pesantissimo e chiudiamo doppiati (20-40) all’intervallo per la nostra delusione (e di metà palazzetto schierato con noi a cominciare dalle giocatrici ungheresi). Certo, noi non benissimo ma loro veramente non han sbagliato un tiro.
Nell’intervallo il nostro coach riesce a scuotere la squadra, ripartiamo quanto meno pimpanti e facciamo vedere di esserci, finalmente giochiamo decentemente ed andiamo anche a segno. Si rivede il duo Zandalasini-Beretta e sembriamo poter ancora dire la nostra, il problema è che le spagnole hanno molte meno possibilità di tirare ma quando lo fanno vanno a segno: 6 su 6 nei primi tentativi del terzo quarto con Salvadores (tornata della patria) sugli scudi. Il nostro massimo sforzo viene così frustrato dalla precisione avversa ed il terzo quarto ci sorride per soli due punti (20-18) quando avremmo meritato decisamente di più.
Sotto di 18 abbiamo il merito di non arrenderci comunque, le loro percentuali finalmente calano e tornano consone alla manifestazione, siamo ancora capaci con grande orgoglio di rosicchiare qualche punto fino al momento cruciale: 3’ e 10” al termine, siamo in attacco e Zorro si guadagna due liberi che possono valere il -10. E’ l’ultima spiaggia, purtroppo Cecilia fa 0 su 2 e la squadra si siede definitivamente incassando un parzialone finale che porta al -21: 70-49 per la Spagna. Ecco questa è forse l’unica nota stonata dell’intero campionato, in una finale non si mollanoi pappafichi, quantomeno per non dare la soddisfazione alle avversarie di renderci il -19 della prima gara.
Che dire, è stata comunque una gran bella avventura ed abbiamo dimostrato grandi qualità ed ottime individualità. Abbiamo un telaio su cui lavorare ed inserire alcuni elementi che potranno rivelarsi preziosi. Ci è mancata una roccia d’area alla Ercoli ed almeno un’altra tiratrice affidabile per affiancare Zandalasini e Tagliamento ma nel complesso siamo stati proprio belli facendo oltretutto un passo avanti rispetto a Cagliari.
Alla fine applaudiamo le spagnole che sono state capaci di ritrovarsi per strada nonostante un paio di infortuni con la bravura di non abbattersi troppo dopo un inizio davvero poco convincente lasciando comunque una grande lezione: a questi livelli quello che hai fatto nel bene e nel male conta relativamente, conta soprattutto quello che farai nella prossima gara. Le ragazze faranno bene a non scordarlo mai.
Al termine ci resta una gran bella medaglia d’argento e la nomina di Cecilia Zandalasini (in arte Zorro) come MVP della manifestazione, premio meritatissimo a patto di spiegarci una cosa: ma cos’ha Ceci contro il primo tiro libero? Non lo mette mai, ma proprio mai… a parte gli scherzi lei è davvero di un altro pianeta, scorer americani la chiamavano Koby e, fatte le debite proporzioni, non hanno tutti i torti anche se deve imparare ancora un po di cosette.
 
 
 


 
 
 
A fine gara non restava che organizzare la cena, i miei nuovi amici venivano in palestra a raccattarci ed alla fine con praticamente quasi tutti i parenti rimasti si poteva andare al famoso ristorante ed è stata una bella mangiata che ha santificato un argento… d’oro.
Morale: non abbiamo perso l’oro, abbiamo vinto l’argento e questo fa molta differenza!
 
 

A questo punto non restava il mattino dopo che metterci in macchina e rifare i nostri bei 1250 chilometri per tornare a casa, e vi assicuro che con una medaglia volano via…

GRAZIE RAGAZZE, CI AVETE ENTUSIASMATO, DAVVERO GRANDISSIME!



E per chiudere un riepilogo ed una valutazione sulle nostre piccoline (si fa per dire) qui a Miskolc:

4 Vespignani sofia: bees. Play da cervia figlia d arte, la mamma e' una Trere' di faentina memoria. Con la croazia ha tolto le castagne dal fuoco ed ha dimostrato che anche se non hai un gran fisico con grinta ed intelligenza puoi sopperire alla grande. Un 8 lo merita tutto.

5 Romano isabel: a' magika. Guardia da Trieste. Ha preso coraggio strada facendo crescendo molto bene. Benissimo in difesa si è applicata tantissimo su quella che spesso era la guardia avversaria più pericolosa. Ha provato anche a rendersi pericolosa in attacco. Peccato sia praticamente impossibile che metta un libero. Voto 8 anche per lei.

6 Landi arianna: ayr land. Esterna con fisico da Bologna di cui il padre e presidente. Si vede che in campo ci sa stare ma deve prendere un po più di coraggio e farsi valere. Un’esperienza che per lei potrà essere preziosa. Un 6.5 di incoraggiamento.

7 Kacerik martina: fuckacerik o twiggy. Guardia ala da Sesto. Fa parte degli angeli con la faccia sporca. Ha un aspetto da dolce eden ma in campo sa farsi rispettare. Gran rubapalloni ricorda assai l'ex milanese Kucka nei movimenti offensivi e quando allarga le ali per rubare palloni. Con la Spagna all’esordio ha fatto onde ma ha giocato con grande testa ed attenzione anche le alte partite spesso facendo il play. Alla fine è giunta piuttosto spremuta ed ammaccata ma ha dato tutto. Voto 8.5, sarà una colonna per le nostre nazionali giovanili del futuro.

8 Tagliamento marzia: river gun. Tiratrice mortifera da brindisi ha un ottima mano. Se va in gas non si ferma piu e Belgio e Spagna ben lo hanno capito. Come spesso accade alla sua topologia di giocatrice se non e in giornata puo’ essere deleteria.Purtroppo è capitato in finale. Voto 7.5 per lei.

9 Zandalasini cecilia: zorro. Ala pivot da Sesto a questi livelli si ferma solo da sola. Quando parte e si fa tutto il campo o va in arresto e tiro o sbaglia lei o non la ferma nessuno. Le manca solo di non smontarsi dopo qualche errore. Prende l’MVP della manifestazione a pieno titolo. In semifinale col Belgio fa onde nel primo tempo, purtroppo in finale la limitano molto bene. Voto 9.5, come detto le manca un minimo di carattere e segnare i liberi con regolarità, fatto questo può essere il crac italiano per una decina d’anni.

10 Cabrini alessia: kabrio'. Con l’accento mi raccomando... Migrata a giocare in Francia col college d’oltralpe dalla sua liguria ha buon fisico ed un bel paio di scarpe verdi della stabilo boss. Dopo due buone gare si fa male ad una spalla senza accorgersene e salta (purtroppo) l’Olanda in una gara in cui sarebbe servita. Si rimette a posto e si dimostra preziosa con la sua vivacità. A momenti ci rimette in corsa anche nella finale. Voto 8, una bella sorpresa, sarà al college italiano il prossimo anno. Speriamo in bene.

11 Beretta arianna felicita' : gunner. L'ala sestese da Bernareggio ha avuto un ottimo impatto con l’europeo. Partita in quintetto con la Spagna ha legittimato la scelta del coach con difesa e punti. Ogni volta che è stata chiamata in causa ha fatto bene, anche nella non felicissima finale. Voto 7.5 con la certezza che può ancora migliorare.

12 Cordola ilenia: la contessa di carmagnola. Prosegue la tradizione di piemontesi in nazionale con questa semi-lunga di Venaria che sarà a moncalieri il prossimo anno. Non sara mai un bomber ma i suoi rimbalzi pesano eccome sulle gare. Sempre presente in campo per i rimbalzi paga solo l’emozione della finale. Voto 8 e per lei il prossimo sarà un anno importantissimo in A3.

13 Russo francesca romana: la soviet. Esterna di fisico la romana parte dalla panca e si rende sempre utile difendendo ed attaccando. Positiva nella partita con l’Olanda ha tenuto su la baracca e in altre occasioni si è fatta trovare pronta. Voto 7.5.

14 Lorenzin marta: la lollo. La lunga veneziana Si e vista poco perche reduce da infortunio. Trova poco spazio ma ci deve mettere qualcosa in piu per meritarlo. Voto 6 di incoraggiamento, speriamo che a Venezia ci sia spazio per lei.

15 Vitari annalisa: life. La nostra lunga di fisico,anche lei di scuola Reyer combatte e prende rimbalzi. Non e certo rapidissima ma si fa valere. Ha anche buona mano in attacco. Voto 8.5, una su cui lavorare.


Coach Roberto Riccardi: il lombardo bobby richard ha plasmato e creato la squadra conforme al suo basket. La panca a sua disposizione non era certo quella di Vittuone e le alternative le ha avute a disposizione sfruttandole al meglio. Capolavoro la prima con la Spagna e finche non abbiamo trovato gente troppo fisica siamo andati bene. La nostra difesa è stata la migliore vista ma non avevamo dubbi conoscendo il coach. E’ piaciuto il suo modo di allenare e di spiegare sempre alle ragazze dove sbagliavano senza “dimenticare” mai in panca nessuno ed estraendo il meglio da ognuna. Il suo voto è alto, non è 10 perché non ha vinto e, giusto per trovare un pelo nell’uovo e non sembrare il suo sponsor, non abbiamo capito perché a volte ha tolto la giocatrice in gas dalla partita (è successo con Vespignani, Romano e Cabrini) dando l’impressione di fare cambi con la clessidra.


E con questo è proprio tutto… ma ora è tempo di Under 20 e di andare a Debrecen per sognare ancora una volta con un gruppo (il 92-93) a cui sono particolarmente affezionato. Sarebbe bello anche Amsterdam ma non si può avere tutto…



L'argento di Miskolc - parte 2

Partiti di buon’ora (ehm… le 11) si andava verso la sospirata meta che distava non più di 5-6 km dal palazzetto dell’università. La prima impressione del posto era più o meno quella di una ghost-town stile Tex Willer, in pratica Topioca doveva essere una specie di Salsomaggiore Terme della bassa, ai suoi tempi assai gettonata ma ora satura di case sfitte ed hotel, anche maestosi, in completo disuso. Dopo essere riusciti perfino a parcheggiare in zona parchimetro spendendo di più che nel parcheggio custodito più vicino al centro (ma Carletto aveva già preso una multa per divieto di sosta da ben 8 euro e non voleva bissare anche se probabilmente costava meno del parchimetro comunque utile per far fuori la moneta) ci si avventurava in esplorazione. Esplorazione che non poteva certo esimersi dalla parte prettamente culinaria, e per la nostra gioia ecco subito materializzarsi una serie di ristoranti all’aperto. Il buon Ambros a cui si può far di tutto tranne che lasciarlo a digiuno vista l’ora si fiondava sulle panche all’aperto, dove, con grande anticipo e senso tattico si era già accomodata la famiglia Cordola che aveva preso alloggio proprio a Topolca.
Ovviamente ci si accomoda e si parla del più e del meno, del basket piemontese, dell’Italia, di Carmagnola e del prossimo passaggio della figlia al Moncalieri mentre il buon Ambros studia meticolosamente il menù per approdare al fine al pollo fritto con le patatine. Siccome il cinema per ordinare il tutto ci è piaciuto cosa di meglio che lanciarsi nel classico palaschinta pezzo forte (come dolce) della cucina ungherese. In questa strana sfoglia i villici mettono di tutto, dalla nutella alla marmellata al cacao al peperoncino, per non rischiare la vita andiamo sulla nutella.
Conclusa la pratica cibo e congedati i Cornola eccoci andare alla scoperta dell’ameno luogo mentre sempre più villici sembravano riempire l’area. Inoltrandosi nel parco in effetti si trovano cose carine, molto verde, canali navigabili con strane barchette e pedalò, laghetti artificiali con cigni, papere, anatre, bisce d’acqua e pesci variegati di taglie diverse. Il posto pare un parco di Monza in evoluzione ed in effetti è gradevole, le attrazioni arrivano a seguire sotto forma di acque termali e di piscine anche abbastanza ben tenute. Ma la cosa più bella è la pista di bob, in pratica si salta su delle vetturette a cremagliera, si sale verso una collinetta e poi si viene sparati giù dal versante per tornare al punto di partenza beccandosi la foto più o meno terrorizzata all’arrivo. L’omino che strappava i bglietti con una flemma olimpica denotava tutto lo stress dellla sua professione, in pratica ci ha confessato di essere in analisi…
Visitato il parco cosa di meglio di una pennica e di andare a rompere i maroni ad un cigno inopinatamente in giro a cavoli suoi per il parco




prima di spararsi un gelatino e… fuggire per la pioggia che cominciava a scendere consigliando il ritorno alla base. Detto fatto e si tornava a Miskolc City per la cena serale al Dolce vita ormai eletto unico posto per evitare avvelenamenti. Il dopo cena tentavo di sfruttarla per esplorare nuovi lidi spingendomi a Est e girovagando per la stazione dei bus (ogni città ungherese ne ha una con un viavai estremo) ma anche stavolta un buco nell’acqua anche se trovavo ben due night club: uno chiuso da anni e l’altro nella via parallela al mio Panzio ma pure questo chiuso verso la mezzanotte e, a meno che aprisse alle 9 di mattina, pareva fuori uso anche quello. Na' tragedia… anche perché il settimo piano di Poprad aveva funzionato benissimo da portafortuna.
Morale non c’era trippa per gatti e ci si poteva solo preparare per l’inizio della settimana decisiva con l’aggravante che le nostre, pur perdendo con l’Olanda, si erano classificate prime nel girone guadagnandosi il diritto di giocare sempre l’ultima gara della giornata alle 20.30, tra l’altro due volte all’università ed una alle Generali. La cosa ci preannunciava altri digiuni notturni…
Il pranzo del lunedì prevedeva grandi magazzini, più per le gnocche che per il cibo, tra l’altro era presente all’interno anche un cinema multisala ed un sexy shop (tristissimo…) ma le commesse erano altresì gradevoli, una poi usava mettere la sua quarta abbondante in una terza scarsa di reggiseno facendo sognare il mondo. Esaurito il trancio di pizza ed il caffè era già tempo di Generali Arena, noi si giocava all’università in serata ma piuttosto che sorbirci le due partite di poule salvezza (Turchia-Germania e Inghilterra-Serbia) avremmo fatto di tutto…
Si partiva con Cekia-Olanda del nostro girone. Le orange nel frattempo oltre ad un’acciaccata pensavano bene di spedire anche Hof a casa per aggregarsi alle U18, la Cekia ringrazia e porta a casa due punti abbastanza agevoli, così come  a seguire l’Ungheria nell’altro girone opposta d una Grecia piuttosto inquietante. A questo punto ci si sposta all’università dove va in onda Spagna-Francia che ci riguarda particolarmente e lasciamo al loro destino Slovacchia-Belgio (facile per le belghe) e Svezia-Russia (ragazze sovietiche sul velluto).
Le francesi sole al comando della classifica a quota 4 partono benissimo costringendo subito la solita imprecisa ed affannata Spagna (che va sotto di 10) ad inseguire. Il primo quarto vede Limmousin e compagne avanti 17 a 12 ma il diesel spagnolo sembra accendersi tanto che dai e dai il secondo quarto viene giocato ad un buon livello dalle iberiche che tirano sempre tantissimo ma ci azzeccano quasi mai. Ovviamente le francesi fan peggio con soli 4 punti nel secondo quarto (a 17) e si ritrovano sotto 29 a 21. Le Galloppier si adombra un attimo nell’intervallo e le sue ritrovano un po' di verve, le solite lunghissime nere francesi sono atleticamente uno spettacolo ma non segnano nemmeno se minacciate di morte, le spagnole ripiombano nel limbo cosicchè un parziale di terzo periodo di 17 a 11 per le francesi rimette le cose a posto. Non c’è che dire, partita decisamente ondivaga per la gioia delle mie amiche tifose francesi della famiglia Combes.



La Francia gioca egregiamente gran parte dell’ultimo quarto salvo poi intalparsi miseramente nel finale  e regalare il match alle iberiche che nonostante l’ 1 su 11 di Flores, lo 0 su 5 di Capella ed il 6 su 18 di Salvadores (de la patria) e con un totale di squadra di  20 su 68 riescono a spuntara 55 a 49 e ad agganciare le blues a quota 4.

A quattro anche la cekia ed ora toccava a noi, perdere con la Croazia non sarebbe stato certo il massimo e rischiava di compromettere la nostra classifica. Probabilmente le nostre dovevano scrollarsi di dosso qualche tossina olandese partendo malissimo fino ad essere sotto di 10 e a chiudere il primo quarto sotto 17 a 11. Le croate, ottime tiratrici sfruttano la vena di Bozic e ci castigano da fuori ma pian piano riprendiamo in mano il pallino del gioco sfruttando le nostre armi migliori (difesa e recuperi). Già nel secondo quarto Zandalasini (anche se chiuderà con un 8 su 26 non certo eclatante) e Vitari ci tirano su il morale riportandoci a contatto ed al sorpasso dell’intervallo: 32 a 28.
Il capolavoro lo facciamo però nel terzo quarto dove Vespignani ci trascina ad un 12 a 0 iniziale rubando palloni e trasformando contropiedi. La Croazia è annichilita e non trova un canestro su azione in tutto il quarto (solo 4 liberi) oltre a concedere rimbalzi offensivi alle varie Cordola, Vitara e Zandalasini. In pratica giochiamo quasi sempre nella metà campo avversaria. La nostra panca fa ruotare tutte le giocatrici che rendono al massimo, torna abile ed arruolata Cabrini e si vede anche Lorenzin sulla via del recupero. Il 15 a 4 del periodo chiude i conti prima del pleonastico pareggio dell’ultimo quarto. Finisce 61 a 46 e siamo tutti insieme appassionatamente a quota quattro in classifica. Una super Vespignani chiude con 7 su 9 dal campo con 16 punti come Zandalasini ma la risposta della squadra va ben oltre la prestazione dei singoli, come del resto il Bobby Richards ci ha abituato in quel di Vittuone.

Paghi della vittoria resta da espletare la pratica cibo e qui per l’A&C succede quanto non si sarebbero mai aspettati: dalla disperazione si prova il Mc Donald, unica cosa aperta dopo le 22 e 30 ma fino alle 23 pena finire al Mc Drive. Ebbene si è stato il rifugio peccatorum e la nostra salvezza, Un paio di robacce ed i morsi della fame si attenuavano, il povero Carletto schifato ha provato a chiedere il Moet Chandon come bevanda ma l’hanno spernacchiato e si è dovuto accontentare dell’acqua gasata…
Chiuso il McDonald non restava che rientrare al Fekete nella desolazione più cupa, eppure qualcosa mi diceva che avrei trovato un’alternativa. Doveva pur esserci uno straccio di locale interessante aperto dopo le 23…
Il giorno dopo si prospettava tutto alla Generali Arena dove noi avremmo giocato alle 20 e 30 con la Cekia. Pranzo alla Dolce Vita dove Ambros aveva finalmente scoperto il Wifi visto che aveva dietro il tablet e presenza immediata alle 13 e 45 per Francia-Olanda. Il buon Ambros il tablet se lo portava anche in palestra ed ecco la scoperta sensazionale: Wifi gratis e senza password alla Generali Arena! E’ stato l’inizio della fine, il povero Ambros veniva attaccato nel sonno nel suo castello medievale su Internet, così invece poteva addestrare le truppe e difendersi attaccando a sua volta i nemici dormienti di Cina e Giappone. La scoperta più grande dopo la penicillina! Un po anche per me che col telefonino potevo postare commenti, filmati e foto in diretta e aggratis, yukka! Ed eccolo il nostro alle prese con i fantomatici nemici:



Francia-Olanda che si dimostra un autentico massacro. Le orange tra esodate e infortunate sembrano un armata brancaleone ed alla fine ne portano a casa trenta in una gara senza storia. Insomma ci avevano tanto rotto le scatole per poi naufragare miseramente. Poche le cose positive duranta la gara ma fondamentali: oltre al suddetto Ambros alle prese con le sue battaglie su Imperial-on-line ci ritrovavamo i paponi svedesi alle prese con la lotta per il prosciugamento delle riserve di birra e, dulcis in fondo una specie di invasione di gnocca come vedete documentato in calce.





Ma la miglior cosa delle giornata era in agguato. Finalmente avevo modo di salutare la mia amica Zuzana in avanscoperta del girone avverso visto il suo impegno serale con la Svezia (che avrebbe poi vinto), a parte i convenevoli e le disquisizioni tecniche la cosa più importante che mi racconta è dove trovare la vita notturna a Miskolc. In pratica a 300 metri dalla palestra bastava salire una pseudo collinetta ed avrei trovato locali notturni, disco e luoghi di cibo. Ullallà va li che storia…
Rinfrancato dall’appetitosa news mi sorbisco anche Spagna-Croazia col solito copione ispanico: inizio da museo degli orrori (13-9 Croazia il primo quarto) e poi crescita con la solita Salvadores (de la patria) a dare la scossa ma stavolta la seguono Capella (finalmente in tiro) che ne mette 19 e la giocatrice monca di i (Orts) che da segni di vita. Finisce 65 a 50 per le ispaniche che comunque al tiro portano a casa un 24 su 69 non certo eclatante. Per le croate Stonjsak ne fa 23 ma il 18 su 60 di squadra è terrificante così come le 23 palle perse. Morale Francia e Spagna 6, noi e Cekia 4, Olanda 2 e Croazia 0. Il nostro match diventava così fondamentale.
Prima toccava però ad un appetitoso Ungheria-Russia, buono per dare un occhio a nostre papabili future avversarie. Ii commento tecnico è che (nostre a parte) le ungheresi erano decisamente la squadra più carina del lotto (la 9 Toth la mia cocca) mentre le russe decisamente le più fisiche ed oltretutto rispetto a Cagliari parevano avere nella 9 (Levchenko) una tipa in grado di mettere in riga la squadra che in Sardegna andava proprio per conto suo. I due metri di Kuzmina, la bravura di Bratchikova e Kolovsaya esterne mortifere ed il fisico della colored Maiga facevano paura. Le padrone di casa tengono per un quarto (16-16) ma poi pian piano cadono sotto i terribili colpi delle Ragazze. Bratchikova ne mette 23 (10 su 17) e non la tengono proprio così come Kolovsaya che sembra poter far canestro ogni volta che si alza, Finisce 61 a 53 e la Russia ipoteca uno dei due primi posti. Per noi diventa fondamentale a questo punto essere primi o secondi per evitare Russia e Belgio nei quarti e la cosa passava proprio dalla gara con la Cekia a quota quattro in classifica con noi.
Ed era proprio questa la gara che chiudeva il martedì di gare.Tanto per cambiare non iniziamo benissimo e stentiamo nel primo quarto che chiudiamo sotto 17 a 19 ma nel secondo registriamo alla perfezione ogni dettaglio a cominciare dalla difesa. Per le ceke si spegne la luce fino ad incassare un altro 21 a 0 nel secondo quarto dove le nostre non concedono veramente nulla. La difesa è uno spettacolo con Romano, Kacerik e Cabrini  a mordere e le rimbalziste a portare a casa tutto quello che passa dalle loro parti. Il parziale di 25 a 2 chiude virtualmente la partita che le nostre gestiscono senza patemi nel secondo tempo. Zandalasini chiude con 18, Cabrini con 11 e Tagliamento con 10, tre in doppia cifra e via andare, sono sei i punti anche per noi ed un’avulsa che ci premia col primo posto grazie al ventello dato alle iberiche. Ma il giorno dopo lo scontro con la Francia decideva il nostro destino. Come del resto Russia-Belgio decideva il primo posto nell’altro girone con Ungheria e Slovacchia papabili terze e quarte.






Dopo il canonico McDonald che ci caccia al pelo delle 23 esatte mentre il duo A&C si ritirava nei suoi regali appartamenti a sconfiggere il mondo e a questionare su Basket Cafè il sottoscritto si dirigeva verso la zona indicata dalla gentil Zuzana. Uscito dal centro e fatta una breve salitina gradinosa eccomi di fronte una serie di locali. Dirimpetto un baretto danzante poi altre invitanti porte. A cominciare da sinistra un night club, poi il dance-bar, poi un paio di ristoranti, poi la strada scende e seguendola un Panzio che pare di categoria e, scendendo un altro po’ un Drink night bar. Cosa sia non lo capisco ma l’esterno ispira.
Vista l’ora si poteva cominciare ad esplorare il primo locale, il night ckub. Un’occhiata all’esterno e già i prezzi non entusiasmano visto che oltre ai prezzi della bevuta singola (al cambio accettabili) c’era il litro della bevanda che variava dai 50000 ai 70000 fiorini, cosa che ricordando il Moulin Rouge di Budapest 2006 certo non entusiasmava visto come siamo finiti col povero Carlone Villa & C. Mentre leggo arriva però una grassa buttadentro che mi prende per un braccio e mi trascina dentro, volente o nolente mi tocca e mi guardo in giro, soprattutto in relazione alla fauna femminile presente. Beh, un vero disastro… la grassa tipa dell’introduzione sembrava una libellula al confronto delle altre tipe presenti, mi venva in mente la scena di Fantozzi al night, motivo per cui innesco la retromarcia strategica e fuggo dalla porta rimasta aperta. Fiuuu
Il problema oggettivo era però l’inizio di un temporale di stagione per cui mi ritrovavo all’addiaccio e senza ombrello, motivo per cui il disco bar mi pareva cosa sensata. Ingresso 700 fiorini (meno di 3 euro) e cocacolina a 200 fiorini. Giudiziosamente mi metto seduto ed osservo il locale. In realtà un covo di tardone ma qualche cosa di decente c’era anche tipo la mia vicina di sgabello, ma sfiga vuole che era la donna del buttafuori e siccome non sono ne Russo ne Cammarelle meglio lasciar perdere. C’era anche la parte sala da ballo da 10mt x 10 ma i villici si divertivano parecchio e la serata non è stata nemmeno male anche perché un paio di tipe carine alla fine sono anche arrivate. A fine temporale era tempo di finire la serata ed ormai avevo capito che ritornardo alla Generali Arena ed attraversando il parchetto in 10 minuti ero a casa. Detto fatto e con la sorpresa di essere accompagnato da una miriade di rane che zampettavano felici intorno alle pozze formate dal temporale. Non ne vedevo così tante (e così cucche visto che volendo le si acchiappava) da tempo. La fauna era completata da bruttissimi lumaconi acquatici in giro per i marciapiedi lunghi come due lumaconi marroni nostri e colorati di giallo-nero. Una vera schifezza. Pago però della scoperta potevo andare felice alle nanne che anticipavano un mercoledì da leoni, anzi leonesse visto che il nostro solo compito era quello di tifosi.
Mercoledì che cominciava con la quattro stagioni del Dolce Vita, pizza ormai eletta a piatto cult del posto per poi trasferirsi al palazzone dove erano in programma cosettine interessanti. Si cominciava con Grecia-Svezia decisiva per il quinto posto dell’altro girone. Purtroppo nemmeno stavolta i paponi svedesi potevano gioire per le loro pargole ma affogare nella birra il dispiacere era un attimo. A seguire andava in onda un succulento Spagna-Cekia dove una sconfitta iberica ci avrebbe regalato già uno dei primi due posti senza giocare. L’inizio spagnolo è incoraggiante (per noi) visto che, tanto per cambiare, le furie rosse non segnano nemmeno sotto minaccia di morte e chiudono 4-15 il primo periodo. Come al solito le spagnole si ripijano nel secondo quarto ma le ceke tengono botta e concedono solo 4 punti nel quarto. L’intervallo ci incoraggia assai: 29-22 per una Cekia davvero pimpante. Non fosse per la solita Salvadores (de la patria) la Spagna sarebbe sotterrata.
Spagna che insiste nel pasticciare e nel terzo quarto peggiora nuovamente la situazione incassando un 13 a 22 che fa lievitare il margine della Cekia che pare lanciatissima verso due punti pesantissimi. Fino al 2° minuto dell’ultimo quarto siamo in una botte di ferro, il punteggio dice 50-35 Cekia che pare in controllo. Già, pare però… come ormai ci aveva abituato le pronipototi di Ivan Lendl si intalpano alla grande: in 5 minuti beccano un altro 0-21 e finiscono sotto. Roba da non credere! Si riprendono un po' nel finale ma devono arrendersi ad una Spagna brava comunque a non mollare mai. Salvadores ne fa 22 (8 su 17 al tiro)  e viene aiutata da Flores (15). Nessuna ceka in doppia cifra e il coach a pensare come cavolo si potrebbe fare ad evitare un disastro simile. Quanto a noi… ci tocca vincere per acchiappare uno dei primi due posti.
A tale proposito prima del trasferimento all’università cosa di meglio di un Russia-Belgio per captire chi vincerà l’altro girone che vedeva già Ungheria terza e Slovacchia quarta. In pratica vincendo ci toccava la Slovacchia di Zuzana e perdendo la sconfitta tra Belgio e Francia.
Fin dall’inizio si capisce che il Belgio è destinato  a pagar dazio di fronte all’imponenza sovietica. Le orfane di Abelkader se la giocano comunque per tutto il primo tempo che chiudono sotto di sette punti ma si capisce che nonostante il prodigarsi delle piccole Allemand e Devliegher la sola Linskens sotto i tabelloni non può competere con le troppo fisiche avverse. Il canto del cigno belga (per la gioia dei tanti sostenitori) è nel terzo periodo vinto 13 a 11 ma nell’ultimo quarto le russe prendono aire e se ne vanno inesorabilmente nonostante qualche disastro di troppo del loro play-maker. Finisce 57 a 44 e per le Ragazze è primo posto, a questo punto per evitare (o allontare) le comunque temibili belghe non ci resta che… trasferirci di palestra e vincere.
Alle 20 e 30 coincia la disfida, oddio comincia è una parola grossa visto che a giocare nel primo tempo è praticamente solo la Francia, per noi si riesumano i fantasmi olandesi e non andiamo oltre i 16 punti fatti all’intervallo e buon per noi che la Francia ci grazia un attimo e non superi quota 27. Tutto il brutto del primo tempo riusciamo però a trasformarlo nel secondo, riusciamo a tornare pressoché impenetrabili in difesa e quanto meno decenti in attacco. La Francia passa minuti senza segnare e noi ritroviamo la vena offensivo del duo Zandalasini-Tagliamento. Pian piano torniamo a galla con le piccole a fare il loro, Cabrini a ritrovare verve contro le sue compagne francesi di college, Kacerik a recuperare palloni e le lunghe a prendere rimbalzi contro le fisiche avversarie. Un terzo quarto monstre si chiude sul 20 a 8 ma la gara appare completamente nelle nostre mani. La sensazione è quella giusta, l’ultimo quarto è sulla falsariga del primo, la Francia segna 7 punti e non ci si raccapezza più, Le Galloppier si agita e le prova tutte ma le nostre non mollano una virgola e chiudono sul 55 a 42 volando al primo posto della classifica e dimostrando un gran carattere. Non c’è che dire gran bel colpo! Anche se il 22 su 64 al tiro (Zandalasini e Tagliamento chiudono con un 12 su 37 totale) è da paura ma alle avverse concediamo un misero 14 su 56 e gran parte dei 14 nel primo tempo. Intristiamo la mia mamma preferita ma va bene così.





La cena del McDonald pare una capatina al Savini dall’entusiasmo che le ragazze ci hanno trasmesso, ma esaurita la formalità culinaria era tempo di warm-up per quel drink night bar che aveva suscitato tanto interesse. Non era il caso di praticare visto che il giorno di riposo seguente era dedicato alla gita a Debrecen ma un’occhiatina andava data in ottica futura.
L’ispezione la si prendeva larga, si ripassava dal night e dal bar-dance per poi seguire della musica che arrivava dall’alto. Dopo aver scalato il Tour Malet arrivavo a meta ma era solo una festa privata con musica a palla, ormai accaldato come una bestia non mi restava che scendere in un trodo fatto di sassi e pietre tornando a valle. Sulla strada il ristorante tipico che pareva di grande spessore, ci infilo il naso e scopro che arrivando verso le 22 da mangiare lo fanno. Buono a sapersi, il posto ispirava. La fine della discesa presentava sull’angolo il famoso night disco bar. Provo a curiosare tra le finestre ma si vede poco o nulla, non mi resta che appostarmi e vedere il via vai. In una mezzoretta non vedo ne entrare ne uscire nessuno, un po' la cosa inquieta ma la casetta è troppo carina. Vedere per credere…

Vista l’imminente partenza per Debrecen ad un orario quasi decente vado sulla via del tramonto atraversando il parco in notturna in attesa della chiamata mattutina del giovedì per il viaggio nella vicina Debrecen (98 km) teatro delle prossime finali U20. Si doveva vedere il posto e magari prenotare un posto per dormire una decina di giorni dalla metà di agosto..