Insomma il nostro sogno di essere nell’elite del basket giovanile europeo
si era spento con l’immeritata sconfitta rimediata col Belgio, ora era tempo di
battere la Danimarca per togliersi ogni patema e di annegare il dispiacere durante
il giorno di riposo al… centro commerciale dove gli elementi per farlo come si
può vedere c’erano tutti….
Ma non solo, evitati certi acquisti (anche se di una certa classe devo dire…)
Era tempo di spararsi una schnitzel doppia veramente ad orecchio di
elefante e di visitare il festival del vino che prendeva il via proprio quel
venerdì seppure sotto un diluvio nel parchetto… fa niente il vinello era buono
uguale e la cena al ristorante pettine di pesce (il Pirata…) altrettanto. Si
poteva così in gaudium magnum attendere la prova della verità che arrivava dopo
il solito gomboc pomeridiano. Era dunque tempo di Danimarca-Italia sfida
salvezza:
1.
POVERE DANESI: GLI
ABBIAMO DISTRUTTO IL LEGO, MANGIATO TUTTI I BISCOTTI E ROTTO LE BICICLETTE…
Missione compiuta! Battendo la Danimarca
oggi abbiamo raggiunto il minimo sindacale della nostra spedizione in terra
magiara. Siccome ho una mia dignità' non sto a commentare una partita finita
con piu' di 60 punti di scarto in un europeo... Posso solo dire che risolviamo
subito la questione (il nostro problema e stato sempre l’approccio alla gara
qui...) con un 16 a 0 pronti via (4'). Le danesi segnano il loro primo
punticino al 7'35" ed a fine prime quarto (22-4) sapendo gia’ di dover
pensare alle semifinali salvezza. A ribadirlo un 11-0 in due minuti ad inizio
secondo quarto qualora il concetto non fosse chiaro... Stavolta le avverse
impiegano "solo" 4,40" per rompere il ghiaccio ma rimarra' il
loro unico canestro di una gara già morta e sepolta all’intervallo: 50 a 6.
Sigh, figurarsi che entusiasmo il pubblico! Non va pero’ diversamente nel primo
quarto che si gioca in contemporanea all’Olan Gabor, le ragazze russe asfaltano
senza pietà il Belgio nostro giustiziere. Ben piu vispo il quarto Cekia-Turchia
con le turche scatenate nel primo tempo che chiudono sopra di 10 (35-25) ma che
poi si intalpano di brutto in apertura di terzo periodo incassando uno 0-21 che
le stende. Il quarto successivo e' il piu' tirato, le padrone di casa soffrono
una serata al tiro deleteria ma non mollano il contatto con le francesi e sul
50 pari a poco dal termine la gara la decide il nostro caro arbitro italiano
che appioppa un tecnico alla 7 magiara per proteste: due su due e Francia in
semifinale. Poteva essere il nostro quarto senza i dieci sciagurati secondi
finali col Belgio, mannaggia! Comunque io dico che un quarto europeo lo vorrei
vedere deciso da una giocata/una giocatrice e non da un fischio a pera...
L’ultimo quarto è tra Spagna e Lettonia
con le similrusse ad ammaccare solo i tabelloni, facile per Alonso &
c. Portarla a casa. Domani Russia-Spagna e Cekia-Francia, due gare gia' giocate nei gironi con vittorie larghe del
vento dell’est. L'ovest sapra' rifarsi? Bah, le cugine d oltralpe puo' anche
darsi la Spagna la vedo dura... Per noi invece ecco la Serbia che fa secca la Grecia
nello spareggio d’accesso al nono posto. L’altro sara’ Croazia-Slovacchia. Per
la salvezza tre tra Svezia, Grecia, Danimarca e Portogallo retrocederanno e non
credo sia un danno per lo spettacolo, credo che squadre come Polonia, Ucraina,
Lituania, Bielorussia, Slovenia ecc. abbiano decisamente qualcosa di meglio da
offrire tecnicamente…
Insomma dopo un duro venerdì da spettatori si poteva tornare al festival
del vinello dove continuava comunque a piovere desertificando la festa seppur
alcuni eroici imperterriti spettatori si godevano il concertino sul palco
preparato. Il sabato seguente mi vede protagonista del “grande rifiuto” in
quanto abbandono i colori azzurri disertando un triste Italia-Serbia per le
semifinali, peccato che la conoscenza di una venditrice di gomboc mi esili
dall’Olan Gabor, in pratica mi perdo nell’amorevole discussione con una villica
la quale mi spiega come per 4000 fiorini (12 euro) lavori li dalla mattina alle
9 e sia in attesa del capo che passi a prenderla con tutto il suo ambaradan
gelatifero. Insomma non proprio un compenso super per 12 ore di lavoro… e lo
faceva fino al 31 agosto tutti i giorni. In nero ed alla faccia dei sindacati…
Comunque verso le 20 il capo la preleva e me la porta via e non mi resta che
tornare al prospicente Olan Gabor dove la Cekia soffre con le francesi ma alla
fine la porta a casa. Inattesa anche la sofferenza russa con le spagnole che a
seguire trovano forza e compattezza per tenere botta per tutto il primo tempo
alle 2 metri e passa Veereva e Musina (che si muovono come due guardie…) ma nel
terzo quarto incassano un 21 a 2 che le crocifigge. La finale annunciata è
quindi Russia-Cekia e non resta che andare alla cena italiana dove una zuppetta
di formaggio tira su il morale mentre il Debrecen batte 2 a 0 il Lombard Papa
in campionato come dice (e mostra) la TV magiara. E’ tempo quindi di nanne e
dell’ultima giornata magiara in programma per la domenica seguente dove oltre
alla nostra finale 9-10° è in programma anche l’atto conclusivo, per cui è:
2.
TEMPO DI BILANCI…
La spedizione ungherese delle U16 si
conclude con un onorevole posizione dopo la vittoria odierna sulla Croazia. Giochiamo
l’ultima gara partendo alla grande: 15-0 in 8 minuti ma poi pian piano le tante
(giuste) rotazioni fanno rientrare le avverse grazie anche ad un paio di triple
pesanti. E' Pinzan a farci rimanere avanti all’intervallo 31-25 con 10 punti.
La gara si decide con un 8-0 per noi nei primi 2 minuti del secondo tempo, le croate non si ripijano piu’. Finisce 60-39. E siamo noni. Accettabile… Oggettivamente con un po' piu’ di fortuna potevamo stare nelle otto (bastava durasse 10 secondi in meno la ...gara col Belgio) ma il nostro valore e la conseguente realta’ non sarebbe cambiata di molto. Come lo Special Juan ben sapeva il valore assoluto di questo gruppo era ben inferiore a corazzate (fisiche ed atletiche) come Russia e Cekia, abbastanza inferiore ad ottime squadre come l’Ungheria padrona di casa, Francia, Spagna e probabilmente Lettonia e sul piano di squadre come Belgio, Turchia, Serbia e Croazia con cui ce la si giocava. Il campo ha dunque emesso nei nostri confronti un giudizio equo, lascia un po' d’amaro in bocca ma va accettato sapendo cogliere gli aspetti positivi e cercando soluzioni per risolvere quelli negativi.
La gara si decide con un 8-0 per noi nei primi 2 minuti del secondo tempo, le croate non si ripijano piu’. Finisce 60-39. E siamo noni. Accettabile… Oggettivamente con un po' piu’ di fortuna potevamo stare nelle otto (bastava durasse 10 secondi in meno la ...gara col Belgio) ma il nostro valore e la conseguente realta’ non sarebbe cambiata di molto. Come lo Special Juan ben sapeva il valore assoluto di questo gruppo era ben inferiore a corazzate (fisiche ed atletiche) come Russia e Cekia, abbastanza inferiore ad ottime squadre come l’Ungheria padrona di casa, Francia, Spagna e probabilmente Lettonia e sul piano di squadre come Belgio, Turchia, Serbia e Croazia con cui ce la si giocava. Il campo ha dunque emesso nei nostri confronti un giudizio equo, lascia un po' d’amaro in bocca ma va accettato sapendo cogliere gli aspetti positivi e cercando soluzioni per risolvere quelli negativi.
Partendo dal presupposto che gente di
due metri atletica e tecnica (alla Musina) dalle nostre parti ne nascerà' forse
una nei prossimi 50 anni, dovremo capire come riuscire a migliorare le nostre
potenzialita'. Il nostro staff tecnico al momento riesce ancora ad imbrigliare
con difese mischiate, 1-3-1, zone e quant’altro buona parte dei dirimpettai ma
quando il fisico e l’atletismo calano sono dolori. E a questi livelli incassare
uno 0-10 e' un attimo e recuperare non e' facile.
Ovvio quindi che la gioia dello staff azzurro sarebbe quello di poter avere a disposizione giocatrici a posto atleticamente ed in grado di "capire" la pallacanestro, insomma qui non basta l’istinto bisogna saper giocare di squadra ed aiutarsi sempre. Quel capire significa poi che le ragazze devono sapere ad esempio cos'e una transizione difensiva, un fondamentale fatto in un certo modo od un attacco flex. Insomma la base dovrebbe dare un qualcosa di più perche' e' facile per molte delle nostre nazionali fare il bello e cattivo tempo bel loro orticello ma qui la musica cambia, eccome se cambia...
Detto questo non posso non sottolineare come ancora una volta a parte me e Carletto ed i genitori nessun addetto ai lavori abbia fatto lo sforzo di rendersi conto di quale sia il livello al di fuori del suo orticello lombardo, veneto o laziale che sia, nemmeno per vedere come vanno le proprie ragazze in nazionale, o almeno far lo sforzo di chiedere allo staff tecnico, credo che Jo Lucchesi non abbia mai morso nessuno e visto che e' anche disponibile a farlo e raggiungibile quanto meno su Fb magari due parole andrebbero scambiate. E poi una volta nella vita si puo’ rinunciare a dieci giorni a Rimini x lo stesso periodo a Debrecen, a Vukovar o a Poprad che sia o sbaglio? Quanto meno per non vedere scritto o sentire che tizia era meglio di caia e magari tizia sa solo schiacciare a due mani all’indietro e non difende nemmeno su Iron side...
Ma torniamo a questo gruppo impegnato a Debrecen. Come salta all’occhio e' stato piu’ o meno equamente suddiviso tra 98 e 99. La prima ed incoraggiante impressione e' che in prospettiva possiamo essere piu’ tranquilli sul gruppo che l’anno prossimo farà l’u16 (99-2000) che su quelli che misto alle 97 fara' l’ u18. Per le 98 e' stata dura riuscire ad essere protagoniste nelle gare "vere" (Cekia, Francia e Belgio) dove serviva qualcosa di più dell’ordinaria amministrazione delle non certo complicate gare con Svezia. Danimarca e Lettonia (che si e' presentata senza le due top). Forse la sola Togliani contro il Belgio (a parte la sfortunata scivolata finale) ha dato un apporto determinante. per le altre compitino aspettando che le piu’ piccole risolvessero le partite. Ovviamente di contro sono state protagoniste le "piccoline" e la cosa in ottica 2015 non puo' che essere positiva immaginando altri inserimenti che potranno esserci. Ovvio che questo e' un discorso ad oggi, si spera vivamente che con il campionato prossimo le suddette 98 trovino spazi da protagoniste nelle loro societa' ed i giusti stimoli per migliorarsi. Come al solito non mi esimo dal commento sulle singole in ordine di numero ed apparizione...
Ovvio quindi che la gioia dello staff azzurro sarebbe quello di poter avere a disposizione giocatrici a posto atleticamente ed in grado di "capire" la pallacanestro, insomma qui non basta l’istinto bisogna saper giocare di squadra ed aiutarsi sempre. Quel capire significa poi che le ragazze devono sapere ad esempio cos'e una transizione difensiva, un fondamentale fatto in un certo modo od un attacco flex. Insomma la base dovrebbe dare un qualcosa di più perche' e' facile per molte delle nostre nazionali fare il bello e cattivo tempo bel loro orticello ma qui la musica cambia, eccome se cambia...
Detto questo non posso non sottolineare come ancora una volta a parte me e Carletto ed i genitori nessun addetto ai lavori abbia fatto lo sforzo di rendersi conto di quale sia il livello al di fuori del suo orticello lombardo, veneto o laziale che sia, nemmeno per vedere come vanno le proprie ragazze in nazionale, o almeno far lo sforzo di chiedere allo staff tecnico, credo che Jo Lucchesi non abbia mai morso nessuno e visto che e' anche disponibile a farlo e raggiungibile quanto meno su Fb magari due parole andrebbero scambiate. E poi una volta nella vita si puo’ rinunciare a dieci giorni a Rimini x lo stesso periodo a Debrecen, a Vukovar o a Poprad che sia o sbaglio? Quanto meno per non vedere scritto o sentire che tizia era meglio di caia e magari tizia sa solo schiacciare a due mani all’indietro e non difende nemmeno su Iron side...
Ma torniamo a questo gruppo impegnato a Debrecen. Come salta all’occhio e' stato piu’ o meno equamente suddiviso tra 98 e 99. La prima ed incoraggiante impressione e' che in prospettiva possiamo essere piu’ tranquilli sul gruppo che l’anno prossimo farà l’u16 (99-2000) che su quelli che misto alle 97 fara' l’ u18. Per le 98 e' stata dura riuscire ad essere protagoniste nelle gare "vere" (Cekia, Francia e Belgio) dove serviva qualcosa di più dell’ordinaria amministrazione delle non certo complicate gare con Svezia. Danimarca e Lettonia (che si e' presentata senza le due top). Forse la sola Togliani contro il Belgio (a parte la sfortunata scivolata finale) ha dato un apporto determinante. per le altre compitino aspettando che le piu’ piccole risolvessero le partite. Ovviamente di contro sono state protagoniste le "piccoline" e la cosa in ottica 2015 non puo' che essere positiva immaginando altri inserimenti che potranno esserci. Ovvio che questo e' un discorso ad oggi, si spera vivamente che con il campionato prossimo le suddette 98 trovino spazi da protagoniste nelle loro societa' ed i giusti stimoli per migliorarsi. Come al solito non mi esimo dal commento sulle singole in ordine di numero ed apparizione...
4) Misto' - la Speedy fa la sua onesta
figura, quando chiamata in causa gestisce il pallone e raramente lo butta. In attacco
nelle fasi complicate passa da Speedy a Mistoaccorgendo...di quanto son grosse
le avversarie li sotto!
5) Togliani - Twin-Anna e' la piu'
brillante della sua annata, ha grinta e talento. Recupera un tot di palloni e
da fastidio al play avverso. E' anche intraprendente e possiamo perdonarle
tranquillamente la maldestra scivolata/inciampo con il Belgio.
6) Pinzan - Fogo bum bum (fogo e' pinza
in magiaro) a parte l’acconciatura discutibile (solo la 8 belga assimilabile ad
un paggio la batte) in campo mostra talento e spirito di iniziativa. A volte
eccede in numeri pagando in sostanza e fallendo anche facili appoggi,
probabilmente ritroverà' l’altra Destro strada facendo ed avremo una buona e
collaudata coppia in regia (a Rimini ce le ricordiamo bene noi lombardi al Trofeo
delle regioni)
7) Fassina - Martifax parte
discretamente ma poi ce la perdiamo un po' per strada non riuscendo a farsi
valere fisicamente. Cristallino il suo talento, a questi livelli deve pero'
prendere coraggio e trovare carattere per non restare una Fassina ki?
qualsiasi. E puo' farlo tranquillamente.
8) Parmesani - Air Franci One e' in
grado di farsi valere atleticamente e fisicamente. In difesa ed a rimbalzo dice
sempre la sua, il suo punto debole e' l’attacco dove sbaglia troppi tiri e dove
si incaponisce su soluzioni improbabili (a cominciare dai passaggi lenti
schiacciati) che in C a Lodi funzionano anche ma contro la gente sveglia che c’e'
qui proprio no. Stara' a Luca Visconti in quel di Crema farla crescere ed
ovviamente le gioverà assai avere a che fare quotidianamente con avversarie di
A.
9) Rauti - la giocatrice pirotecnica
(piro x gli amici) ha una voglia ed una passione commuovente sommati ad una
manina niente male. Purtroppo ha sfoderato prestazioni monstre nelle gare meno
complesse perdendosi un po' in quelle complicate. Da rivedere, magari con
qualche chiletto in meno.
10) Destro - la dexter trova poco
spazio probabilmente per un fisico non certo dominante. Quando entra non trova
il passo giusto probabilmente un po' demotivata dopo l’inizio complicato.
11) Bacchini - la Bak da il suo apporto
fisico aiutando la difesa ma in attacco non trova sbocchi.
12) Trucco - the wizard e' un 99 di
belle speranze e di gran fisico. Ora non resta che impiantarle qualche genio
materno, soprattutto sul lato agonistico. E' tanto simpatica, buonina e
carina... Non sara' facile incattivirla! Contro la Danimarca mi ha depauperato
un bingo risultando l’unica a secco! Grrrr
13) Cubaj - the magic cube (o cubo
magico) dimostra di starci alla grandissima nell’elite delle lunghe europee. Si
muove bene e fa canestro da sotto con regolarita’ facendo impazzire il
difensore di turno. Accusa un po' presto lo sforzo e va sistemata atleticamente
ma e' il nostro ariete x il futuro. Andra' alla Reyer e non potra' che farle
bene trovando gente con cui misurarsi in allenamento e partita. Una sola gara
da lei non giocata da 8 ma da 6,5 e l’abbiam persa (Belgio).
14) Madera - l ispanica e' una gran
bella sorpresa! Classe 2000 e' la cucciola della spedizione ma ha grinta da
vendere e gran talento. Fa valere il fisico come poche. Una su cui puntare per
il futuro.
15) Castello - la Kastle illude un po’
in partenza con una gran gara contro la Svezia. Si scarica pero' ben presto non
riuscendo a sfruttare al meglio un fisico possente. Anche nel suo caso il
carattere se lo deve sistemare sa sola, non lo vendono nemmeno al Forum di
Debrecen. Lo speriamo vivamente!
Lucchesi: lo Special Juan fa il
possibile e l’impossibile in panca. Per poco non gli riesce anche il colpo con
Belgio e Francia (tatticamente perfetto), purtroppo le ultime palle le avevano
in mano le giocatrici e non lui...
Malakiano - Mk vis lavora assai sulla
testa delle ragazze spiegando loro errori e schemi con calma e precisione. Ci
arrivassero a capirlo e a mettere le cose in pratica saremmo in una botte de
fero come dicono nella sua amata Roma...
Persichelli: il Persico mi perde colpi
dopo Poprad! Non importa, e' sempre un piacere ritrovarlo!
Morale anche questo europeo
giovanile va in archivio, come è giusto che sia la Russia lo vince senza
soffrire troppo con le sue guglie e le sue esterne fisiche, precise e toste di
cui sentiremo parlare molto. Per fortuna Ogun a parte sono tutte 98 e l’anno
prossimo non ce le ritroveremo quando con un 99-2000 interessante verso metà
agosto ci giocheremo le nostre chanches e stavolta veramente da prime otto in
Europa (a quanto potuto vedere). Belli i momenti finali che riassumiamo in foto
con il miglior quintetto che non si poteva certo sbagliare…
A questo punto non restava che levare le tende da Debrecen destinazione
Slovenj Gradec dove ci attendeva la nazionale U14 per il torneo BAM che prende
il nome semplicemente dal rumore del rimbalzo della palla sul parquet. Anche in
questo caso è una buona vetrina per le azzurrine che per la prima volta
lasciano i patri lidi. Coach Pirani pescando tra Bulgheroni, Fabbri e Trofeo
delle Regioni assembla così una squadra che ovviamente non può contare su
Madera vista a Debrecen, Janovic ed un’altra 2000 convocata col 99 per il torneo
dell’Amicizia di Zaragoza ma che viene annunciata di buon fisico e con qualche
elemento interessante. Ma per raggiungere l’amena località slovena c’è prima da
mettersi in viaggio, e per farlo cosa di meglio delle 7 di mattina del lunedì?
Detto fatto ed eccoci con la Carlettomobile in pista. Insomma il programma
prevedeva un ingresso in Slovenia verso mezzogiorno ed un arrivo intorno alle
15 dove sarei sceso per passare un paio di giorni prima di ripartire alla volta
delle valli slovene. Diciamo che il viaggio fino ai dintorni di Budapest
seguendo l’indicazione SLO non è stato granchè difficile, peccato che ad un
certo punto nel dedalo delle M0, M1, M2, M3 ecc. che sono le sigle delle
autostrade magiare l’indicazione sparisca come d’incanto e la sola agibile
resti SRB, motivo per cui orfani del nostro “Tattico” Ambros infiliamo quella
perché più o meno geograficamente ci sembrava all’uopo… In realtà ci perdiamo
pure l’uscita giusta e dobbiamo uscire e rientrare dall’autostrada (tanto la
vigneta era pagata). Il tempo di ritornare su quella che per noi era la retta
via che ci si blocca inesorabilmente in coda. Dal trambusto e dall’agitazione
si capisce che qualcosa era successo ed in effetti duecento metri scarsi più
avanti incidentone sia nella nostra corsia che nell’altra. Nella nostra un paio
di pulman ed un furgone, nell’altra (forse a seguito di un salto) altro furgone
capottato e per traverso. Dal via vai di mezzi di soccorso, polizia ed anche
elicotteri capiamo che è una cosa grave. L’unica consolazione è che l’aver
sbagliato strada probabilmente ci ha evitato di essere coinvolti in prima
persona… Il problema è che lo stop forzato dura quasi due ore per aspettare che
qualche buon uomo di poliziotto crei un varco sulla corsia d’emergenza per far
ripartire il traffico, la cosa riesce e si riparte, peccato che le indicazioni
comincino a riportare Arad (Romania)ed M5 invece che la tranquillizzante (per
noi) SLO. Il problema è però che non ci sono uscite praticabile e si deve
proseguire, fermo restando che tornare verso Budapest vorrebbe dire colonna
fissa visto che il furgone rovesciato non era stato rimosso. Dopo una
cinquantina di chilometri di dubbi finalmente un’area di sosta, come mappets
impazziti chiediamo ai camionisti ed ad un papà greco visto a Debrecen lumi e
questo ci conferma che di li si va verso SRB e RO (e te credo l’autostrada era
fissa verso sud…) ma che tutto sommato ci sarebbe convenuto andare in Slovenia
tagliando per Serbia e Croazia. Il
dilemma era forte, ritornare per circa 100 Km verso Budapest o proseguire
all’avventura senza sapere l’esatto cronometraggio… ebbene all’unanimità tipo
COC (Credere-Obbedire-Combattere) decidiamo di andare verso l’ignoto, almeno
avremmo evitato la coda…
Una cinquantina di chilometri ed ecco il confine serbo. Ovviamente li non è
terra di nessuno e ci sono delle belle e robuste barriere doganali, a parte il
dubbio di sapere se il buon Carletto l’avessero accettato con solo la carta
d’identità e non il passaporto, ci tocca una fila della Madonna, come se tutti
i Serbi andassero a casa in quel momento. Comunque sia fatta la nostra coda di
quasi un ora ci fanno passare senza rompere troppo e dubbiosi sulla vigneta
serba (ci sarà o si paga, boh) entriamo in terra slava con un deciso cambio di
paesaggio: brullità estrema, buche ovunque e pochi compagni di viaggio. Va beh,
si può tirare un po’… Eh già, peccato che dopo una trentina di chilometri
incontriamo una strana chigane, pensiamo a dei lavori, invece dopo un 500 metri
posto di blocco… ekkeccazzo! Ovviamente i solerti pulotti serbi ci fermano
dandomi l’occasione di capire il meccanismo: uno è di vedetta con lo strumento
1km prima e quando uno passa troppo veloce lo segnala ai colleghi via radio che
fermano la macchina descritta poco dopo. E bravi… scendiamo un po’ adombrati ed
il poliziotto guarda la targa ed estrare un blocco. Prende la penna e scrive
120 (limite velocità), sopra scrive 141 (nostra velocità), fa la differenza e
col suo bel 21 ci dice in un inglese a dir poco arcaico (ma che io capisco
benissimo) 4500 dinari serbi. Carletto lo guarda stranito e gli chiede: e
quanto sarebbe in euro? (ovviamente in italiano…). Questo però capisce e gli
dice 45 euro. Carletto
estrae il suo mazzetto di denari sta
per dargli un bel cinquanta (con mancia). Il tipo lo guarda e gli fa: no euro,
only dinari serbi! Vi risparmio lo sproloquio carlettiano che tra una bestemmia
e l’altra (e sempre in italiano) cerca di spiegargli come cavolo fa ad avere
dei dinari serbi (e gli racconta pure le vicissitudini da Budapest, sempre ovviamente
in italiano). Il pulotto lo guarda basito e forse capisce solo Madonna e
quant’altro ma pare irremovibile: ci vogliono i dinari. Cerco ancora di
spiegargli la situazione in inglese ma questo non si schioda, vuole i soldi
serbi e ci dice di andare in banca (???). Banca? E dove cazz’è la banca in
mezzo all’autostrada della pianura serba? Insomma sembriamo in un vicolo ceco, Carletto cerca di dargli 50 euro e
di offrire da bere a lui e compagni ma il tipo è irremovibile (aveva già fatto
il verbale…), non ne usciamo più fuori ed oltretutto siam li da un’ora con una
fame boia. Carletto continua a cercare di farsi valere in italiano, il tipo lo
guarda sempre più stranito ma alla fine si commuove e dice una cosa tipo “fuori
dalle palle che è meglio”. Carletto non capisce, io si e schizzo in macchina
ringraziando, Carletto resta li basito coi soldi in mano senza sapere cosa
fare, mi tocca dirgli di lasciar perdere e salire che è meglio. Dopo aver perso
un’altra oretta finalmente ripartiamo (miracolati e con tutti i nostri eurini)
nel proseguo del nulla e delle buche dell’autostrada.
Autostrada
che sembra non finire mai, il pulotto ci aveva detto che avremmo trovato più
avanti l’indicazione Beograd e Zagreb e ci mettiamo a cercarla con cura,
peccato che ci passino almeno 200 chilometri prima di trovare Beograd, dopo di
che un altro tot per arrivare al bivio che indica il confine croato. Nel
frattempo un po’ di caselli, da due o tre euro ma almeno capiamo che qui si
paga in contanti (e pure in euro volendo…). Morale la Serbia ce la facciamo
proprio tutta in una desolazione abbastanza marcata (mi ritrovo prima di
Beograd anche il bivio per Zrenanjanin e Novi Sad teatro degli europei U20 tre
anni fa) per poi raggiungere l’agognato confine croato dove ci attende un'altra
fila ed un’altra angoscia passaportiana. In una mezzoretta ce la caviamo e
iniziamo a risalire verso il confine sloveno, in una stazione di servizio ci
dicono di non provare nemmeno a tagliare per le provinciali e che per andare a
Ljubljana dobbiamo per forza passare da Zagreb. Intristiti ci spariamo tutta la
dorsale lasciando per strada le varie Vukovar, Zagreb ecc. Anche in questo caso
si paga a consumo ma i costi sono ben superiori alla Serbia ed i caselli di
più, fino al confine sloveno. Passato pure quello cambia nuovamente il
paesaggio e cominciano i monti per i circa 180 chilometri che servono a
raggiungere Ljubljana dove esausti verso le 20 arriviamo nel mio bell’hotel
Mecsico prenotato all’uopo. Alleluja, solo 5 ore di ritardo (e 500km in più)
sulla tabella di marcia. Non abbiamo avuto il coraggio di dirlo al Tattico… Ma
se per me era in attesa una doccia tonificante in albergo per il povero
Carletto mancano almeno altre 5 ore (arriverà a casa sano e salvo verso l’una),
per un totale di 17/18 ore di viaggio…
bingo!
Il tempo
di docciarsi ed apprezzare la camera con tutte le luci funzionanti, il letto
giusto ed una tv spettacolo che vedeva anche Al-jazeera oltre a Rai 1, Rai 2 ed
un paio di canali porno attivi da mattina a sera con film anche in italiano (?)
che mi fiondo alla scoperta della città. In dieci minuti sono in centro e ne
resto meravigliato per il traffico e le cose interessanti che ci sono, sia
paesaggistiche che faunistiche.
Un
ristorantino in riva al fiume è l’ideale per fare amicizia col nuovo paese.
Dopo un giro perlustrativo verso la mezzanotte le meritate nanne dopo una
giornata a dir poco pesante. Di ben altro tenore il martedì dove per prima cosa
si cerca di capire come raggiungere il giorno dopo Slovenj Gradec. Il tipo della
reception mi spiega che la stazione è subito li ma che è meglio usare il bus
per arrivarci. Detto fatto sbircio i tabelloni ferroviari ma è un disastro
(bisogna arrivare a Velenje ma poi è ancora bus) per cui visto che di fronte
c’è la stazione bus vado a vedere. Confortante sapere che il bus c’è solo il
pomeriggio alle 15 e costa 9.50 euro. Affare fatto per il giorno seguente…
Risolto quello ne nasce un altro di problema, dato per scontato che da Slovenj
Gradec sarei tornato a Ljubljana restava da capire come fare Ljubljana-Milano.
Ebbene io ricordavo che col treno Goldoni (poi Drava) verso le 15 passavo da
Ljubljana e verso le 17 mi trovavo a Trieste. Un buon orario. Cerca e ricerca
ma non vedo nulla per cui Information Point, il tipo con un inglese-mitraglia
mi fa capire che non ci sono treni diretti per l’Italia e che devo andare a
Villach (Austria) per poi prendere il notturno ed essere a Milano il mattino
dopo. In alternativa bus alle 7 di mattina per Trieste poi treno in giornata.
Va a da via el cù demoni… direbbero a Milano. Un po’ intristito prendo atto e
per sfogarmi decido di fare un po’ di movimento prima di andare alle pappe, e
cosa do meglio che salire al castello che domina la città?
Eh già
bella idea… da signore evito la teleferica ed imbocco quella che sembra
un’innocua stradina che per esperienza mi da di essere indirizzata in alto. Sta
bastarda per i primi 50 metri è bella tranquilla, peccato che poi cominci ad
inerpicarsi con pendenze del 45%, l’ultimo tratto è graticolato con tanto di passamano
per non andare all’indietro. Sono una ventina di minuti, ma se non mi è venuto
un infarto lì posso resistere anche ad una schiacciata a due mani all’indietro
del Panta! Tronfio e voglioso di documentare la prestazione ed il panorama
della city cerco il telefonino ma l’ho lasciato in albergo per cui non ho le
prove della cosa ma fidatevi e soprattutto prendete la teleferica se vi capita
di andare su li. Il lato positivo è che dopo dieci e passa giorni finalmente ho
trovato la Gazza! Mi accomodo e la leggo sotto un bell’alberello, che
sodisfaziù… Dopo un paio di orette me ne scendo bello bello da dove sono salito
prendendo pel culo tutti gli ansimanti salenti, veramente una prova da atleti…
che però fa venir fame per cui pre-colazione in attesa della cena serale e
visto che cominciava a piovere pit-stop in un simpatico baretto fuori
dell’hotel che presentava discreti panini ed un hot-dog in offerta a 65
centesimi. Costava di piu’ la senape… Strada facendo però avevo notato un
night/sexy bar e vista la pioggia mi sembrava un bon passatempo serale, per cui
dopo un risottino e la Supercoppa Europea vista in un baretto in centro mi
dirigo verso il posto di perdizione testè citato (si chiama Escape) tra l’altro
a 200 metri dal mio hotel. Giunto sul posto l’ingresso non è certo invitante ma
già che c’ero entro per 20 euro. Interni molto raffinati (eeeeuuh) e
“mercanzia” in vista terrificante, il fatto di essere l’unico avventore un po’
mi preoccupava ma pazienza. Ovviamente si va al bar per prendere qualcosa da bere
e, come normale, si viene assediati dalle 4/5 artiste presenti in sala. Una di
queste capisce che sono italiano ed attacca bottone con le solite palle: mai
stato qui, di dove sei, quanti anni hai, sei sposato ecc. La tipa poverina
fisicamente non è nemmeno male, non è neanche antipatica ma il resto è
impresentabile, riesco a liquidarla con una certa esperienza. Peccato che il
resto del panorama sia pari a quanto circonda l’autostrada serba… L’unica un
po’ carina è la cameriera con cui attacco un po’ di bottone, mi spiega che è
Domenicana come tutte le altre li presenti e che lei non può fermarsi a bere
qualcosa con me (però vorrebbe la mancia). Bevo la mia birretta (9 euro ed 1 di
mancia alla cameriera, così almeno ha deciso lei...) e faccio per andare via un po’ intristito.
Nel mentre entra in sala Domenicana di riserva alle prese con un becero tipo
più ubriaco che bello (ed era proprio bruttino e malmesso povero…), rispetto
alle colleghe è un misto tra Angiolina Jolie e Jennifer Lopez e siccome mi ammicca
e mi sorride (per togliersi lo sbronzo dalle balle) sto al gioco perché mi
sembrava brutto non offrire nemmeno da bere ad una delle tipe. Detto fatto e
tutta contenta mi si siede al fianco dicendo che vuole fare un privè e ballare
per me per ringraziarmi. Gratis? No, però ti faccio lo sconto… ah beh allora
andiamo ad imboscarci per tre canzoni (come in Francia li si va a tempo di
canzoni). Le ho detto se potevo avere Music di John Miles per tre volte (circa
7 minuti dura…) ma è stata irremovibile sul no. Comunque sia un bel 10 minuti
li ho passati, ovviamente c’era anche l’opzione un’ora sul letto con cifra
notevole. Ho detto che avevo mal di testa… non era vero ma di certo me
l’avrebbe fatto venire lei visto il torello che era…
Il
mattino dopo fatto il mio zaino verso le 11 mi fiondo in stazione ad attendere
il bus. Il tempo di leggere la Gazza e di farmi un bel panpizza (buono) verso
le due che a seguire in piazzola 14 arriva il bus. Ovviamente spiego al
conduttore che non so dove scendere per andare all’Aerodrome (Hotel mio) e
gentilmente mi dice che mi avrebbe avvisato lui. C vogliono un paio d’ore
compresa autostrada e gimkama in montagna costeggiando ruscelli per arrivare a
Slovenj Gradec ma verso le 17 arriviamo puntuali. L’autista mi avvisa di scendere
e mi dice di andare per una strada di salita. Già perché l’Hotel Aerodrome
(aeroporto civile tipo Bresso per piccoli aerei) lo si trovava a 7/800 metri
(in salita) dopo la provinciale. E’ stato quasi meno impegnativo fare la salita
del castello di Ljubljana… Comunque sia mi alloggio in sto’ posticino
dimenticato da Dio e dagli uomini e dopo la doccia propendo per arrivare in
città. L’addetto mi dice che sono 50 minuti di camminata (circa 5 chilometri) e
che se volevo mi chiamava il taxi. Giammai! E parto a piedi… o almeno fino alla
fermata del bus. In effetti c’è un qualcosa attaccato alla pensilina e sembra
un orario con indicati i bus che vanno ovunque. Decifro Slovenj Gradec ed a mio
avviso dovrebbe passarne uno a breve. Colpo di culo e c’è veramente
permettendomi così di raggiungere il paese alla ricerca della palestra.
Sbarcato in un centro sportivo mi annusava di palestra, chiedo e mi indicano la
palestra dietro il campo da calcio. Bingo! Vado in perlustrazione e chi mi
ritrovo? Pirani e le nostre che hanno appena finito allenamento. Perfetto per
chiedere lumi soprattutto al Mauro (marito di Pirani) ed al figlio che essendo
già stati li l’anno scorso mi spiegano tutto ed oltretutto alloggiavano al
Aerodrome. Trovate indicazioni e passaggio in un colpo solo. Pago non mi resta
che cercare un posto per il cibo ed il Mauro mi segnala l’Apache, pizzeria.
Detto fatto provo una Carbonara che era a menù (morbosa curiosità…), in pratica
è una pasta panna, prosciutto e funghi tutto sommato mangiabile. Il disastro lo
faccio col caffè, chiedo un espresso macchiato… with milk? La domanda, yes la
risposta (purtroppo) e mi arriva un caffelatte che getto nel ruscello… Visto
che la pioggia si faceva minacciosa e che l’appuntamento del mattino dopo con
Mauro e figlio era alle 7 (c’era trasporto truppe in palestra perché si giocava
alle 9) dopo aver scoperto che l’ultimo bus partiva alle 21 non me lo faccio
scappare ed il gentile autista mi porta perfino ai piedi della salita
preoccupandosi anche per la mia mancanza di ombrello. Formalità gli dico… che
vuoi che sia un po’ d’acqua confronto al rischio di farmi 5 chilometri a piedi…
Il mattino dopo la ferale sveglia mi fa arrivare in palestra prima di tutti ad
attendere l’inizio del torneo, cosa che documento prontamente su FB:
1. Cominciato
il torneo u14 di Slovenj Gradec. Prima giornata che ci ha riservato subito Spagna
ed Ungheria. Contro le iberiche giochiamo un buon primo quarto (6-10) ma nel
secondo ci scappano via inesorabilmente (17-35) grazie ad un paio di elementi
di gran fisico e talento. Difficile recuperare nella ripresa soprattutto se si
tira 11/47 dal campo e 9/28 ai liberi concedendo 30 rimbalzi offensive alle
avversarie. 66-32 il finale x la Spagna che appare assai tosta. Tra le nostre
la piu’ vispa e' Lalla Cremona da Calendasco (9 punti).
Nel pomeriggio si cerca il riscatto con l’Ungheria e per un tempo la cosa pare riuscire bene (25-28) con Mura (Selargius) e le lunghe belle in gas. Purtroppo nel terzo quarto ci intalpiamo di brutto (2-18 in 5 minuti dopo uno 0-8 nei 2 iniziali) e non riusciamo piu’ a riprenderci fino al 46-69 finale. Domani ci tocca la Slovenia che con Israele pare la piu’ abbordabile del lotto (oggi entrambe sconfitte da Croazia e Ungheria) mentre le croate della kacericina sembrano abbastanza toste. Per ora l’emozione dell’inno...
Insomma
un esordio abbastanza difficile contro due squadre toste in un torneo che ha il
solo scopo di far fare la prima esperienza in nazionale a queste ragazze per
rendersi conto del livello di quanto si trova in giro per l’Europa. Io mi devo
invece rendere conto di quanto siano lunghi 5 chilometri scarpinando lungo la
statale visto che il giorno dopo (ferragosto) i bus erano in festa ed il buon
Mauro era partito per tempo verso il centro. Comunque dopo una bella scarpinata
arrivo per la terza gara contro le padrone di casa slovene:
2. AZZURRINE ANCORA AL PALO
Riesce piu’ facile al sottoscritto farsi 5 chilometri a piedi per raggiungere la palestra che per le nostre u14 rompere il ghiaccio in quel di Slovenj Gradec. Avversarie di turno le padrone si casa della Slovenia contro le quali si poteva tranquillamente competere. In effetti il primo quarto lo conferma con un equilibrio massimo per una gara tiratissima (2-2 al 4') e che ci vede chiudere avanti 13-12 la prima frazione.
Quando pero' ad inizio ripresa le padrone di casa inseriscono un quintetto piu’ massiccio andiamo in sofferenza (come ci capita in tutte le categorie giovanili) e soffriamo la loro 15 che e' bella fisica anche se non e' certo Musina o Vereeva... I 7 punti quasi filati che ci rifila ci costringono ben presto ad inseguire e lo facciamo bene grazie alla piemontese Giangrosso che segna e recupera 4 palloni preziosi, in regia bene anche Shashi Conti peccato che nei buoni tiri che si prende non abbia la manina ispirata... Un po’ di piu’ ce l'ha la pugliese Nardelli che con una tripla ci fa raggiungere il pari a quota 24. Nei minuti finali pero' mini allungo locale per il 28-25 dell’intervallo. Si riparte con il canovaccio della gara che non cambia. Palla dentro alla lunga slovena e si fa notte, le nostre pari ruolo o la perdono in area o subiscono a rimbalzo facendosi trovare fuori posizione, insomma ci fa 10 punti nel periodo e non bastano le buone cose di Mura e Fratta per stare a galla, chiudiamo sul 36 a 44 alla terza sirena.
L ultimo quarto si apre con uno 0-4 e andiamo oltre la doppia cifra di ritardo al 4', l ultimo sussulto e' di Sashi che da 9 metri imbrocca una triplona di tabella, sarebbe il -7 e gara riaperta, peccato che il tutti avvenga al... 25mo secondo dell’azione e quindi fuori tempo massimo... Ovviamente poco dopo la tripla buona ce la fanno loro e buonanotte ai suonatori! Rimaniamo al palo ed ora ci restano Croazia e Israele per evitare il cucchiaio di legno... Domani alle 14 le nipotine di Misura (e la terza Kacerik) che oggi hanno costretto l’Ungheria al supplementare regalando pure la partita (dopo aver perso in mattinata con Israele). Non sara’ semplice visto che anche loro un paio di lunghe interessanti le hanno (ma poca panca). speriamo di rompere il ghiaccio quanto meno per il morale anche se qui il risultato conta poco o nulla, siamo qui per fare esperienza e capire i margini di miglioramento delle ragazze.
Viste
le altre gare possiamo andare a cena in un hotel del centro tipo self-service.
Si mangia discretamente e nel post cena si può far due chiacchiere con lo staff
tutto preso nel tentativo di portare a casa il primo successo. Per me la sola
preoccupazione di migliorare il tempo del giorno prima sui 5 chilometri.
Stavolta però l’addetto dell’hotel mi fa notare quanto sia stato babbo. Cento
metri oltre la provinciale c’è una stupenda pista pedonale-ciclabile.
Ovviamente mi ci fiondo ed in effetti è quasi una gioia percorrere tra il verde
i chilometri che portano al centro, pare di essere nel tragitto Rovetta-Clusone
nelle valli bergamasche. Soddisfatto della passeggiata attendo fiducioso la
prima vittoria delle lombarde Sashi e Tracy (ed ovviamente anche delle altre…):
Ma:
3.
ORA
DOBBIAMO EVITARE IL CUCCHIAIO DI LEGNO!
Nemmeno
con la Croazia riusciamo a toglierci da quota zero in classifica. In verità
oltre al ko di Conte dobbiamo rinunciare subito anche a Mura (che fin qui aveva
fatto bene) per un colpo, speriamo non grave, al ginocchio dopo neanche un
minuto, al suo posto Cremona. Per 5 minuti ce la si gioca tranquillamente (3-6
con il 4 play avverso autrice di tutti i punti) poi si spegne la luce e non
imbrocchiamo piu’ nulla mettendo insieme 10 palle perse. Purtroppo le croate le
sfruttano tutte e scappano via sul 18-7 alla prima sirena.
Cambiamo ovviamente il quintetto nella ripresa e sembriamo rinfrancati, De giangi e Patane' fanno finalmente le lunghe e prendono i rimbalzi in difesa, difendiamo bene e, seppur senza segnare troppo, rosicchiamo qualcosa con un 4-0 in 6 minuti. Sul piu’ bello pero' quando possiamo accorciare ancora un brutto errore da sotto porta ad uno dei nostri rari rimbalzi offensivi, peccato che ci scippino palla per il contropiede che ci ricaccia a -9 (11-20). Il momento magico si interrompe e solo le triple di Nardiello e Gregori sulla sirena di fine secondo quarto ci permettono di limitate i danni all intervallo: 19-28.
Cambiamo ovviamente il quintetto nella ripresa e sembriamo rinfrancati, De giangi e Patane' fanno finalmente le lunghe e prendono i rimbalzi in difesa, difendiamo bene e, seppur senza segnare troppo, rosicchiamo qualcosa con un 4-0 in 6 minuti. Sul piu’ bello pero' quando possiamo accorciare ancora un brutto errore da sotto porta ad uno dei nostri rari rimbalzi offensivi, peccato che ci scippino palla per il contropiede che ci ricaccia a -9 (11-20). Il momento magico si interrompe e solo le triple di Nardiello e Gregori sulla sirena di fine secondo quarto ci permettono di limitate i danni all intervallo: 19-28.
Il terzo tempo e' la fiera del vorrei ma non posso, abbiamo diverse palle x arrivare a -5 ma le sciupiamo malamente x almeno nove minuti in cui Cremona e Fratta si danno un gran da fare. E' proprio la piemontese Fratta con due liberi a 1 minuto dalla terza sirena a farci sognare col canestro del 30-33 ma la solita 4 croata ci gela con una tripla immediata a cui pero' fa eco Nardiello che ci regala un incoraggiante 33-36 a 10 dal termine.
Pronti via ed e' ancora la guardia pugliese dai 6.75 a provare il sospirato aggancio, purtroppo non va e subito incassiamo un contropiede ed una tripla che ci ricacciano a -8. tutto da rifare... A questo punto pero' non avviamo piu’ lucidita', arrivano un paio di tiracci da fuori delle lunghe, riaffiorano amnesie difensive e palle gettate alle ortiche. Le croate ci tengono a bagnomaria sul -8/-10 e non abbiamo la forza di riemergere. Quando a Nardiello esce la tripla del possibile -6 si capisce che e' ora di pensare a battere Israele per evitare il famigerato cucchiaio di legno... Anche perché vincere partite tirando 11/34 e' difficile, se poi si recuperano 14 palle e se ne perdono 29 (alcune davvero miseramente) diventa impossibile. Oggi comunque prova confortante delle lunghe che pero' non possono accontentarsi di 2 soli rimbalzi offensivi contro una squadra piu' piccola di noi come la Croazia. Con i tiri che sbagliamo poi sai quanti ce n’e' a disposizione... Coraggio, ci vuole pazienza e comunque animo raga che una almeno la dobbiamo portare a casa...
E
così la domenica era dedicata al prode tentativo di evitare il cucchiaio di
legno anche perché Israele (seppur con le guardie del corpo) non sembrava certo
impenetrabile ed oltretutto abbastanza piccolo. Le cose però in campo non vanno
proprio così, mentre vediamo la Spagna maltrattare l’Ungheria e vincere il
torneo…
4.
IL
CUCCHIAIO DI LEGNO E' NOSTRO!
Nemmeno contro Israele riusciamo a portare a casa i due punti da Slovenj Gradec. Vero e' che giochiamo senza Mura e Conte infortunate e quindi con meno rotazioni ma l’avversario faceva supporre un qualcosa di piu. Partiamo invece subito male incassando uno 0-7 in due minuti e dobbiamo inseguire denotando le nostre mancanze in fase di costruzione gioco, di realizzazione e di attenzione difensiva soprattutto a rimbalzo.
Le cose che ci hanno penalizzato per tutto il torneo difficilmente potevano evaporare e cosi e' stato, solita abbondanza di palle perse malamente (si viaggia al doppio delle recuperate) e percentuali al tiro insufficienti sono gli elementi che a questi livelli fanno perdere con chiunque. Dopo il brutto inizio qualcosa recuperiamo con fatica arrivando fino a -3 ma un paio di triple delle volenterose e grintose bimbe israeliane ci fan secchi con ancora oltre 10 punti di margine. Ovviamente non e' certo il caso di far drammi o trarre conclusioni visto che e' stata la prima uscita di queste bimbe nel campo europeo ed oltretutto con pochi giorni di preparazione all’evento giocato senza Madera ed un paio di altre date al torneo dell’amicizia di Saragozza.
Ben venga quindi questa prima esperienza per capire con chi avranno a che fare in futuro e quali sono le cose che dovranno capire e migliorare. Resta invece un po' di stupore per cose fondamentali che le bimbe dovrebbero sapere da sole ( o nelle loro società qualcuno dovrebbe insegnare), ad esempio la posizione delle lunghe a rimbalzo, il taglia fuori, come aggredire la palla, come velocizzare il gioco in fase di impostazione ecc. ovvio che il tutto deve essere mischiato ad un carattere agonistico personale che devono essere loro in primis ad avere per competere fuori dal loro orticello. Lasciando il lato negativo vediamo il positivo con alcuni elementi che han fatto intravvedere buone potenzialità. Per fisico ed iniziativa tra le esterne bene Laura Cremona da Calendasco, bella pimpante Francesca Mura da Selargius (peccato x infortunio) e tra le esterne piemontesi a sprazzi si son viste buone cose. Discorso piu’ complesso per le lunghe, tutte dotate di ottimo fisico e su cui si puo’ lavorare, solo un commento in romanesco: ve dovete sveja'... Troppo lente ed ingenue (ma e' capibile).
Rapida parentesi x le lombarde. Sashi quando cominciava a capire cosa fare si e' infortunata, Tracy non e' riuscita a far valere il suo fisico seppur impegnata da esterna (un disastro di palle perse) e (meglio) vicino a canestro. Entrambe avranno con molta probabilità altre occasioni per fare meglio. Ora la palla passa a Cami, Lucia e Laura a Zaragoza speriamo che almeno da li per coach MK Vis non arrivi un altro cucchiaio di legno...
Ed
invece a Zaragoza il buon MK-Vis se la cava assai bene, batte la Francia dopo
un supplementare nella prima partita rimontando da -11 nel quarto finale, fa
gara di testa con la Spagna per 32 minuti intalpandosi negli 8 finali per
incassare uno 0-13 e vincendo di misura l’ultima con la Grecia. La cosa ci dà
speranza per il prossimo agosto quando ci sarà da seguire prima l’U18 e poi l’U16
dove sicuramente potremo dire la nostra. Il gruppo 99-2000 lo vediamo col colpo
in canna. Io, Carletto, il “tattico” Ambros e chi ci vorrà essere ci contiamo…
Ah
rimane il nodo Slovenj Gradec-Milano, volete sapere come ho fatto? Facile:
passaggio di papà Sashi, Azzurrina ha una sua utilità… scherzi a parte siamo
quasi pronti per ricominciare con le 2000/2001, a breve riunione ed il 14
settembre cominciamo a Macherio (ovviamente per la Lombardia ma speriamo in
bene anche per tutte le altre regioni) rendendoci conto che li deve cominciare
la strada che porta a questi estati europee. L’impegno è migliorare sempre a cominciare
dal lavoro di reclutamento…
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