mercoledì 15 agosto 2012

L'argento di Miskolc - parte 2

Partiti di buon’ora (ehm… le 11) si andava verso la sospirata meta che distava non più di 5-6 km dal palazzetto dell’università. La prima impressione del posto era più o meno quella di una ghost-town stile Tex Willer, in pratica Topioca doveva essere una specie di Salsomaggiore Terme della bassa, ai suoi tempi assai gettonata ma ora satura di case sfitte ed hotel, anche maestosi, in completo disuso. Dopo essere riusciti perfino a parcheggiare in zona parchimetro spendendo di più che nel parcheggio custodito più vicino al centro (ma Carletto aveva già preso una multa per divieto di sosta da ben 8 euro e non voleva bissare anche se probabilmente costava meno del parchimetro comunque utile per far fuori la moneta) ci si avventurava in esplorazione. Esplorazione che non poteva certo esimersi dalla parte prettamente culinaria, e per la nostra gioia ecco subito materializzarsi una serie di ristoranti all’aperto. Il buon Ambros a cui si può far di tutto tranne che lasciarlo a digiuno vista l’ora si fiondava sulle panche all’aperto, dove, con grande anticipo e senso tattico si era già accomodata la famiglia Cordola che aveva preso alloggio proprio a Topolca.
Ovviamente ci si accomoda e si parla del più e del meno, del basket piemontese, dell’Italia, di Carmagnola e del prossimo passaggio della figlia al Moncalieri mentre il buon Ambros studia meticolosamente il menù per approdare al fine al pollo fritto con le patatine. Siccome il cinema per ordinare il tutto ci è piaciuto cosa di meglio che lanciarsi nel classico palaschinta pezzo forte (come dolce) della cucina ungherese. In questa strana sfoglia i villici mettono di tutto, dalla nutella alla marmellata al cacao al peperoncino, per non rischiare la vita andiamo sulla nutella.
Conclusa la pratica cibo e congedati i Cornola eccoci andare alla scoperta dell’ameno luogo mentre sempre più villici sembravano riempire l’area. Inoltrandosi nel parco in effetti si trovano cose carine, molto verde, canali navigabili con strane barchette e pedalò, laghetti artificiali con cigni, papere, anatre, bisce d’acqua e pesci variegati di taglie diverse. Il posto pare un parco di Monza in evoluzione ed in effetti è gradevole, le attrazioni arrivano a seguire sotto forma di acque termali e di piscine anche abbastanza ben tenute. Ma la cosa più bella è la pista di bob, in pratica si salta su delle vetturette a cremagliera, si sale verso una collinetta e poi si viene sparati giù dal versante per tornare al punto di partenza beccandosi la foto più o meno terrorizzata all’arrivo. L’omino che strappava i bglietti con una flemma olimpica denotava tutto lo stress dellla sua professione, in pratica ci ha confessato di essere in analisi…
Visitato il parco cosa di meglio di una pennica e di andare a rompere i maroni ad un cigno inopinatamente in giro a cavoli suoi per il parco




prima di spararsi un gelatino e… fuggire per la pioggia che cominciava a scendere consigliando il ritorno alla base. Detto fatto e si tornava a Miskolc City per la cena serale al Dolce vita ormai eletto unico posto per evitare avvelenamenti. Il dopo cena tentavo di sfruttarla per esplorare nuovi lidi spingendomi a Est e girovagando per la stazione dei bus (ogni città ungherese ne ha una con un viavai estremo) ma anche stavolta un buco nell’acqua anche se trovavo ben due night club: uno chiuso da anni e l’altro nella via parallela al mio Panzio ma pure questo chiuso verso la mezzanotte e, a meno che aprisse alle 9 di mattina, pareva fuori uso anche quello. Na' tragedia… anche perché il settimo piano di Poprad aveva funzionato benissimo da portafortuna.
Morale non c’era trippa per gatti e ci si poteva solo preparare per l’inizio della settimana decisiva con l’aggravante che le nostre, pur perdendo con l’Olanda, si erano classificate prime nel girone guadagnandosi il diritto di giocare sempre l’ultima gara della giornata alle 20.30, tra l’altro due volte all’università ed una alle Generali. La cosa ci preannunciava altri digiuni notturni…
Il pranzo del lunedì prevedeva grandi magazzini, più per le gnocche che per il cibo, tra l’altro era presente all’interno anche un cinema multisala ed un sexy shop (tristissimo…) ma le commesse erano altresì gradevoli, una poi usava mettere la sua quarta abbondante in una terza scarsa di reggiseno facendo sognare il mondo. Esaurito il trancio di pizza ed il caffè era già tempo di Generali Arena, noi si giocava all’università in serata ma piuttosto che sorbirci le due partite di poule salvezza (Turchia-Germania e Inghilterra-Serbia) avremmo fatto di tutto…
Si partiva con Cekia-Olanda del nostro girone. Le orange nel frattempo oltre ad un’acciaccata pensavano bene di spedire anche Hof a casa per aggregarsi alle U18, la Cekia ringrazia e porta a casa due punti abbastanza agevoli, così come  a seguire l’Ungheria nell’altro girone opposta d una Grecia piuttosto inquietante. A questo punto ci si sposta all’università dove va in onda Spagna-Francia che ci riguarda particolarmente e lasciamo al loro destino Slovacchia-Belgio (facile per le belghe) e Svezia-Russia (ragazze sovietiche sul velluto).
Le francesi sole al comando della classifica a quota 4 partono benissimo costringendo subito la solita imprecisa ed affannata Spagna (che va sotto di 10) ad inseguire. Il primo quarto vede Limmousin e compagne avanti 17 a 12 ma il diesel spagnolo sembra accendersi tanto che dai e dai il secondo quarto viene giocato ad un buon livello dalle iberiche che tirano sempre tantissimo ma ci azzeccano quasi mai. Ovviamente le francesi fan peggio con soli 4 punti nel secondo quarto (a 17) e si ritrovano sotto 29 a 21. Le Galloppier si adombra un attimo nell’intervallo e le sue ritrovano un po' di verve, le solite lunghissime nere francesi sono atleticamente uno spettacolo ma non segnano nemmeno se minacciate di morte, le spagnole ripiombano nel limbo cosicchè un parziale di terzo periodo di 17 a 11 per le francesi rimette le cose a posto. Non c’è che dire, partita decisamente ondivaga per la gioia delle mie amiche tifose francesi della famiglia Combes.



La Francia gioca egregiamente gran parte dell’ultimo quarto salvo poi intalparsi miseramente nel finale  e regalare il match alle iberiche che nonostante l’ 1 su 11 di Flores, lo 0 su 5 di Capella ed il 6 su 18 di Salvadores (de la patria) e con un totale di squadra di  20 su 68 riescono a spuntara 55 a 49 e ad agganciare le blues a quota 4.

A quattro anche la cekia ed ora toccava a noi, perdere con la Croazia non sarebbe stato certo il massimo e rischiava di compromettere la nostra classifica. Probabilmente le nostre dovevano scrollarsi di dosso qualche tossina olandese partendo malissimo fino ad essere sotto di 10 e a chiudere il primo quarto sotto 17 a 11. Le croate, ottime tiratrici sfruttano la vena di Bozic e ci castigano da fuori ma pian piano riprendiamo in mano il pallino del gioco sfruttando le nostre armi migliori (difesa e recuperi). Già nel secondo quarto Zandalasini (anche se chiuderà con un 8 su 26 non certo eclatante) e Vitari ci tirano su il morale riportandoci a contatto ed al sorpasso dell’intervallo: 32 a 28.
Il capolavoro lo facciamo però nel terzo quarto dove Vespignani ci trascina ad un 12 a 0 iniziale rubando palloni e trasformando contropiedi. La Croazia è annichilita e non trova un canestro su azione in tutto il quarto (solo 4 liberi) oltre a concedere rimbalzi offensivi alle varie Cordola, Vitara e Zandalasini. In pratica giochiamo quasi sempre nella metà campo avversaria. La nostra panca fa ruotare tutte le giocatrici che rendono al massimo, torna abile ed arruolata Cabrini e si vede anche Lorenzin sulla via del recupero. Il 15 a 4 del periodo chiude i conti prima del pleonastico pareggio dell’ultimo quarto. Finisce 61 a 46 e siamo tutti insieme appassionatamente a quota quattro in classifica. Una super Vespignani chiude con 7 su 9 dal campo con 16 punti come Zandalasini ma la risposta della squadra va ben oltre la prestazione dei singoli, come del resto il Bobby Richards ci ha abituato in quel di Vittuone.

Paghi della vittoria resta da espletare la pratica cibo e qui per l’A&C succede quanto non si sarebbero mai aspettati: dalla disperazione si prova il Mc Donald, unica cosa aperta dopo le 22 e 30 ma fino alle 23 pena finire al Mc Drive. Ebbene si è stato il rifugio peccatorum e la nostra salvezza, Un paio di robacce ed i morsi della fame si attenuavano, il povero Carletto schifato ha provato a chiedere il Moet Chandon come bevanda ma l’hanno spernacchiato e si è dovuto accontentare dell’acqua gasata…
Chiuso il McDonald non restava che rientrare al Fekete nella desolazione più cupa, eppure qualcosa mi diceva che avrei trovato un’alternativa. Doveva pur esserci uno straccio di locale interessante aperto dopo le 23…
Il giorno dopo si prospettava tutto alla Generali Arena dove noi avremmo giocato alle 20 e 30 con la Cekia. Pranzo alla Dolce Vita dove Ambros aveva finalmente scoperto il Wifi visto che aveva dietro il tablet e presenza immediata alle 13 e 45 per Francia-Olanda. Il buon Ambros il tablet se lo portava anche in palestra ed ecco la scoperta sensazionale: Wifi gratis e senza password alla Generali Arena! E’ stato l’inizio della fine, il povero Ambros veniva attaccato nel sonno nel suo castello medievale su Internet, così invece poteva addestrare le truppe e difendersi attaccando a sua volta i nemici dormienti di Cina e Giappone. La scoperta più grande dopo la penicillina! Un po anche per me che col telefonino potevo postare commenti, filmati e foto in diretta e aggratis, yukka! Ed eccolo il nostro alle prese con i fantomatici nemici:



Francia-Olanda che si dimostra un autentico massacro. Le orange tra esodate e infortunate sembrano un armata brancaleone ed alla fine ne portano a casa trenta in una gara senza storia. Insomma ci avevano tanto rotto le scatole per poi naufragare miseramente. Poche le cose positive duranta la gara ma fondamentali: oltre al suddetto Ambros alle prese con le sue battaglie su Imperial-on-line ci ritrovavamo i paponi svedesi alle prese con la lotta per il prosciugamento delle riserve di birra e, dulcis in fondo una specie di invasione di gnocca come vedete documentato in calce.





Ma la miglior cosa delle giornata era in agguato. Finalmente avevo modo di salutare la mia amica Zuzana in avanscoperta del girone avverso visto il suo impegno serale con la Svezia (che avrebbe poi vinto), a parte i convenevoli e le disquisizioni tecniche la cosa più importante che mi racconta è dove trovare la vita notturna a Miskolc. In pratica a 300 metri dalla palestra bastava salire una pseudo collinetta ed avrei trovato locali notturni, disco e luoghi di cibo. Ullallà va li che storia…
Rinfrancato dall’appetitosa news mi sorbisco anche Spagna-Croazia col solito copione ispanico: inizio da museo degli orrori (13-9 Croazia il primo quarto) e poi crescita con la solita Salvadores (de la patria) a dare la scossa ma stavolta la seguono Capella (finalmente in tiro) che ne mette 19 e la giocatrice monca di i (Orts) che da segni di vita. Finisce 65 a 50 per le ispaniche che comunque al tiro portano a casa un 24 su 69 non certo eclatante. Per le croate Stonjsak ne fa 23 ma il 18 su 60 di squadra è terrificante così come le 23 palle perse. Morale Francia e Spagna 6, noi e Cekia 4, Olanda 2 e Croazia 0. Il nostro match diventava così fondamentale.
Prima toccava però ad un appetitoso Ungheria-Russia, buono per dare un occhio a nostre papabili future avversarie. Ii commento tecnico è che (nostre a parte) le ungheresi erano decisamente la squadra più carina del lotto (la 9 Toth la mia cocca) mentre le russe decisamente le più fisiche ed oltretutto rispetto a Cagliari parevano avere nella 9 (Levchenko) una tipa in grado di mettere in riga la squadra che in Sardegna andava proprio per conto suo. I due metri di Kuzmina, la bravura di Bratchikova e Kolovsaya esterne mortifere ed il fisico della colored Maiga facevano paura. Le padrone di casa tengono per un quarto (16-16) ma poi pian piano cadono sotto i terribili colpi delle Ragazze. Bratchikova ne mette 23 (10 su 17) e non la tengono proprio così come Kolovsaya che sembra poter far canestro ogni volta che si alza, Finisce 61 a 53 e la Russia ipoteca uno dei due primi posti. Per noi diventa fondamentale a questo punto essere primi o secondi per evitare Russia e Belgio nei quarti e la cosa passava proprio dalla gara con la Cekia a quota quattro in classifica con noi.
Ed era proprio questa la gara che chiudeva il martedì di gare.Tanto per cambiare non iniziamo benissimo e stentiamo nel primo quarto che chiudiamo sotto 17 a 19 ma nel secondo registriamo alla perfezione ogni dettaglio a cominciare dalla difesa. Per le ceke si spegne la luce fino ad incassare un altro 21 a 0 nel secondo quarto dove le nostre non concedono veramente nulla. La difesa è uno spettacolo con Romano, Kacerik e Cabrini  a mordere e le rimbalziste a portare a casa tutto quello che passa dalle loro parti. Il parziale di 25 a 2 chiude virtualmente la partita che le nostre gestiscono senza patemi nel secondo tempo. Zandalasini chiude con 18, Cabrini con 11 e Tagliamento con 10, tre in doppia cifra e via andare, sono sei i punti anche per noi ed un’avulsa che ci premia col primo posto grazie al ventello dato alle iberiche. Ma il giorno dopo lo scontro con la Francia decideva il nostro destino. Come del resto Russia-Belgio decideva il primo posto nell’altro girone con Ungheria e Slovacchia papabili terze e quarte.






Dopo il canonico McDonald che ci caccia al pelo delle 23 esatte mentre il duo A&C si ritirava nei suoi regali appartamenti a sconfiggere il mondo e a questionare su Basket Cafè il sottoscritto si dirigeva verso la zona indicata dalla gentil Zuzana. Uscito dal centro e fatta una breve salitina gradinosa eccomi di fronte una serie di locali. Dirimpetto un baretto danzante poi altre invitanti porte. A cominciare da sinistra un night club, poi il dance-bar, poi un paio di ristoranti, poi la strada scende e seguendola un Panzio che pare di categoria e, scendendo un altro po’ un Drink night bar. Cosa sia non lo capisco ma l’esterno ispira.
Vista l’ora si poteva cominciare ad esplorare il primo locale, il night ckub. Un’occhiata all’esterno e già i prezzi non entusiasmano visto che oltre ai prezzi della bevuta singola (al cambio accettabili) c’era il litro della bevanda che variava dai 50000 ai 70000 fiorini, cosa che ricordando il Moulin Rouge di Budapest 2006 certo non entusiasmava visto come siamo finiti col povero Carlone Villa & C. Mentre leggo arriva però una grassa buttadentro che mi prende per un braccio e mi trascina dentro, volente o nolente mi tocca e mi guardo in giro, soprattutto in relazione alla fauna femminile presente. Beh, un vero disastro… la grassa tipa dell’introduzione sembrava una libellula al confronto delle altre tipe presenti, mi venva in mente la scena di Fantozzi al night, motivo per cui innesco la retromarcia strategica e fuggo dalla porta rimasta aperta. Fiuuu
Il problema oggettivo era però l’inizio di un temporale di stagione per cui mi ritrovavo all’addiaccio e senza ombrello, motivo per cui il disco bar mi pareva cosa sensata. Ingresso 700 fiorini (meno di 3 euro) e cocacolina a 200 fiorini. Giudiziosamente mi metto seduto ed osservo il locale. In realtà un covo di tardone ma qualche cosa di decente c’era anche tipo la mia vicina di sgabello, ma sfiga vuole che era la donna del buttafuori e siccome non sono ne Russo ne Cammarelle meglio lasciar perdere. C’era anche la parte sala da ballo da 10mt x 10 ma i villici si divertivano parecchio e la serata non è stata nemmeno male anche perché un paio di tipe carine alla fine sono anche arrivate. A fine temporale era tempo di finire la serata ed ormai avevo capito che ritornardo alla Generali Arena ed attraversando il parchetto in 10 minuti ero a casa. Detto fatto e con la sorpresa di essere accompagnato da una miriade di rane che zampettavano felici intorno alle pozze formate dal temporale. Non ne vedevo così tante (e così cucche visto che volendo le si acchiappava) da tempo. La fauna era completata da bruttissimi lumaconi acquatici in giro per i marciapiedi lunghi come due lumaconi marroni nostri e colorati di giallo-nero. Una vera schifezza. Pago però della scoperta potevo andare felice alle nanne che anticipavano un mercoledì da leoni, anzi leonesse visto che il nostro solo compito era quello di tifosi.
Mercoledì che cominciava con la quattro stagioni del Dolce Vita, pizza ormai eletta a piatto cult del posto per poi trasferirsi al palazzone dove erano in programma cosettine interessanti. Si cominciava con Grecia-Svezia decisiva per il quinto posto dell’altro girone. Purtroppo nemmeno stavolta i paponi svedesi potevano gioire per le loro pargole ma affogare nella birra il dispiacere era un attimo. A seguire andava in onda un succulento Spagna-Cekia dove una sconfitta iberica ci avrebbe regalato già uno dei primi due posti senza giocare. L’inizio spagnolo è incoraggiante (per noi) visto che, tanto per cambiare, le furie rosse non segnano nemmeno sotto minaccia di morte e chiudono 4-15 il primo periodo. Come al solito le spagnole si ripijano nel secondo quarto ma le ceke tengono botta e concedono solo 4 punti nel quarto. L’intervallo ci incoraggia assai: 29-22 per una Cekia davvero pimpante. Non fosse per la solita Salvadores (de la patria) la Spagna sarebbe sotterrata.
Spagna che insiste nel pasticciare e nel terzo quarto peggiora nuovamente la situazione incassando un 13 a 22 che fa lievitare il margine della Cekia che pare lanciatissima verso due punti pesantissimi. Fino al 2° minuto dell’ultimo quarto siamo in una botte di ferro, il punteggio dice 50-35 Cekia che pare in controllo. Già, pare però… come ormai ci aveva abituato le pronipototi di Ivan Lendl si intalpano alla grande: in 5 minuti beccano un altro 0-21 e finiscono sotto. Roba da non credere! Si riprendono un po' nel finale ma devono arrendersi ad una Spagna brava comunque a non mollare mai. Salvadores ne fa 22 (8 su 17 al tiro)  e viene aiutata da Flores (15). Nessuna ceka in doppia cifra e il coach a pensare come cavolo si potrebbe fare ad evitare un disastro simile. Quanto a noi… ci tocca vincere per acchiappare uno dei primi due posti.
A tale proposito prima del trasferimento all’università cosa di meglio di un Russia-Belgio per captire chi vincerà l’altro girone che vedeva già Ungheria terza e Slovacchia quarta. In pratica vincendo ci toccava la Slovacchia di Zuzana e perdendo la sconfitta tra Belgio e Francia.
Fin dall’inizio si capisce che il Belgio è destinato  a pagar dazio di fronte all’imponenza sovietica. Le orfane di Abelkader se la giocano comunque per tutto il primo tempo che chiudono sotto di sette punti ma si capisce che nonostante il prodigarsi delle piccole Allemand e Devliegher la sola Linskens sotto i tabelloni non può competere con le troppo fisiche avverse. Il canto del cigno belga (per la gioia dei tanti sostenitori) è nel terzo periodo vinto 13 a 11 ma nell’ultimo quarto le russe prendono aire e se ne vanno inesorabilmente nonostante qualche disastro di troppo del loro play-maker. Finisce 57 a 44 e per le Ragazze è primo posto, a questo punto per evitare (o allontare) le comunque temibili belghe non ci resta che… trasferirci di palestra e vincere.
Alle 20 e 30 coincia la disfida, oddio comincia è una parola grossa visto che a giocare nel primo tempo è praticamente solo la Francia, per noi si riesumano i fantasmi olandesi e non andiamo oltre i 16 punti fatti all’intervallo e buon per noi che la Francia ci grazia un attimo e non superi quota 27. Tutto il brutto del primo tempo riusciamo però a trasformarlo nel secondo, riusciamo a tornare pressoché impenetrabili in difesa e quanto meno decenti in attacco. La Francia passa minuti senza segnare e noi ritroviamo la vena offensivo del duo Zandalasini-Tagliamento. Pian piano torniamo a galla con le piccole a fare il loro, Cabrini a ritrovare verve contro le sue compagne francesi di college, Kacerik a recuperare palloni e le lunghe a prendere rimbalzi contro le fisiche avversarie. Un terzo quarto monstre si chiude sul 20 a 8 ma la gara appare completamente nelle nostre mani. La sensazione è quella giusta, l’ultimo quarto è sulla falsariga del primo, la Francia segna 7 punti e non ci si raccapezza più, Le Galloppier si agita e le prova tutte ma le nostre non mollano una virgola e chiudono sul 55 a 42 volando al primo posto della classifica e dimostrando un gran carattere. Non c’è che dire gran bel colpo! Anche se il 22 su 64 al tiro (Zandalasini e Tagliamento chiudono con un 12 su 37 totale) è da paura ma alle avverse concediamo un misero 14 su 56 e gran parte dei 14 nel primo tempo. Intristiamo la mia mamma preferita ma va bene così.





La cena del McDonald pare una capatina al Savini dall’entusiasmo che le ragazze ci hanno trasmesso, ma esaurita la formalità culinaria era tempo di warm-up per quel drink night bar che aveva suscitato tanto interesse. Non era il caso di praticare visto che il giorno di riposo seguente era dedicato alla gita a Debrecen ma un’occhiatina andava data in ottica futura.
L’ispezione la si prendeva larga, si ripassava dal night e dal bar-dance per poi seguire della musica che arrivava dall’alto. Dopo aver scalato il Tour Malet arrivavo a meta ma era solo una festa privata con musica a palla, ormai accaldato come una bestia non mi restava che scendere in un trodo fatto di sassi e pietre tornando a valle. Sulla strada il ristorante tipico che pareva di grande spessore, ci infilo il naso e scopro che arrivando verso le 22 da mangiare lo fanno. Buono a sapersi, il posto ispirava. La fine della discesa presentava sull’angolo il famoso night disco bar. Provo a curiosare tra le finestre ma si vede poco o nulla, non mi resta che appostarmi e vedere il via vai. In una mezzoretta non vedo ne entrare ne uscire nessuno, un po' la cosa inquieta ma la casetta è troppo carina. Vedere per credere…

Vista l’imminente partenza per Debrecen ad un orario quasi decente vado sulla via del tramonto atraversando il parco in notturna in attesa della chiamata mattutina del giovedì per il viaggio nella vicina Debrecen (98 km) teatro delle prossime finali U20. Si doveva vedere il posto e magari prenotare un posto per dormire una decina di giorni dalla metà di agosto..

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